NARDO’ (di Elisabetta Paladini)- “Ti bacio da secoli amore mio, non ritrarti. Lo vedi il mio sorriso? Mai potrei allontanarmi dal tuo sapore che si mischia alla salsedine che il vento porta fino a noi quando il mare è in tempesta. Baciami amore mio, lascia che la ruvida antica mia passione ti faccia dimenticare la pazzia di quegli uomini che vogliono dividerci“….Sono alcune versi di Luci del Salento, scritti appositamente da Nicoletta Verzicco.
Si tratta di un inno all’amore della natura che oggi si trova a far i conti con le ruspe manovrate dall’uomo, con quel batterio, chiamato Xylella, che ha preso il sopravvento, con l’incubo dell’abbattimento che si nasconde dietro l’angolo. A farne le spese solo loro: gli ulivi, quei monumenti fatti di storia, di vita, di radici che li legano alla nostra terra da secoli.
In tanti cercano di difendere questo patrimonio di linfa. C’è chi scende per strada, chi manifesta o chi cerca in un semplice scatto di racchiudere quei messaggi che quei grossi arbusti cercano di trasmettere. Perchè loro sono vita…quei tronchi, quelle foglie, parlano…e lo possiamo notare in questa splendida foto realizzata da Walter Bruno Macorano, a Nardò:

Si tratta di due alberi che sembrano sfiorare le loro labbra, tentando di dimenticare il rumore delle ruspe, due ulivi che parlano d’amore: proprio quel sentimento che la Xylella sembra voler cancellare dagli occhi di chi guarda…ma in molti per fortuna vanno oltre e come bambini giocano con la fantasia, come succedeva con le nuvole che all’improvviso sembravano animarsi e trasformarsi in qualcosa di reale..
Si tratta di una nuova chiave di lettura in cui, come insegna la mostra Uliando Uliando di Carlo Toma, gli ulivi si mostrano agli occhi di chi osserva sotto una figura diversa. Questo semplicemente perchè l’apparenza non è tutto: dietro una roccia o un arbusto, c’è sempre un cuore che batte…