Cronaca

Il santuario di Sant’Oronzo fuori le mura cade a pezzi, ecco l’abbandono

LECCE- Ha muri divelti e cancelli tenuti chiusi solo da un laccio. Quel che è peggio è che pezzi di cornicione sono venuti giù e le erbacce continuano a crescere sul tetto. Ecco come ritroviamo il santuario di Sant’Oronzo fuori le mura, conosciuto come la “Capu de Sant’Oronzo”, il luogo in cui si dice sia stato decapitato il vescovo leccese poi divenuto alla fine del ‘600 il patrono della città.
C’è una colonna a ricordarlo, tra le iscrizioni sbiadite e qualche segno ancora della devozione dei fedeli. Il resto, nel silenzio ai margini della tangenziale est, è quello che si vede: quella che era la vecchia canonica è ormai solo un rudere inghiottito dai rovi, il portone della chiesa è quasi sempre chiuso e quello che potrebbe essere un parco extraurbano lasciato lì, nel dimenticatoio. La recinzione posteriore è venuta giù da tempo, non esiste. E da lì è facilissimo per chiunque accedere. In verità, anche dall’ingresso principale non è un problema. La corda è sciolta e ci entriamo con facilità.

E dire, che appena otto anni fa questo pezzo di storia leccese era stato riconsegnato alla cittadinanza dopo un lunghissimo periodo di dimenticanza e degrado.

Lo scorso anno, in occasione della festa patronale, Monsignor Domenico D’Ambrosio aveva espresso il desiderio di far riscoprire ai leccesi quel luogo di culto  e di preghiera importante. Un appello alla valorizzazione accolto dall’amministrazione comunale, che, tramite l’assessore Gaetano Messuti, aveva annunciato non solo interventi per rendere più agevole raggiungere la chiesa, ma anche la disponibilità a lavorare insieme alla curia per reperire fondi. Un anno dopo, il santuario continua a perdere pezzi. 

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