BARI (T. C.) – Doppia diffida per Tap da parte della Regione Puglia, che intima alla società di non iniziare i lavori del gasdotto senza aver prima depositato il progetto esecutivo, necessario perché vengano svolte le verifiche sull’ottemperanza delle prescrizioni imposte con l’autorizzazione unica. La data comunicata agli enti per l’avvio del cantiere è alle porte: il prossimo 2 novembre. “Non appare verosimile”, a fronte di un progetto che ancora manca, secondo il dirigente regionale del Servizio Ecologia, Antonello Antonicelli, che ha firmato il provvedimento il 16 ottobre scorso. «Appare asincrona -scrive Antonicelli- la circostanza che, a meno di un mese dal proclamato inizio dei lavori, alla data odierna la società non abbia ancora depositato presso gli enti a ciò preposti copia del progetto esecutivo, di fatto non mettendo gli enti e le amministrazioni individuate dal Ministero dell’Ambiente nelle condizioni di svolgere le dovute e richieste verifiche».
Non solo. La diffida alla società è arrivata anche per un altro motivo, perché provveda «tempestivamente a dar conto circa la prevista occupazione di suolo interessato da vincoli ex legge n. 353/2000», vale a dire dalla normativa antincendio.
Il perché lo ha spiegato l’Avvocatura regionale, il 2 settembre scorso, con un’apposita informativa nata sulla scorta di rilievi fatti da un attivista No Tap, Graziano Petrachi: tra le particelle su cui passerà il metanodotto, a Melendugno, ve ne è una su cui vi è fatto divieto assoluto di «realizzazione di strutture e infrastrutture finalizzate ad attività produttive» fino al 9 ottobre 2021 e che, tra l’altro, è di proprietà della Regione Puglia. Su questa si chiedono spiegazioni.