Cronaca

Il tumore alla mammella colpisce anche gli uomini, casi in aumento nel Salento

LECCE- Chi lo ha detto che il tumore alla mammella è solo una croce delle donne? Inusuali, sconosciuti, ma i casi di incidenza negli uomini ci sono, anche nel Salento. A squarciare il velo è l’ultimo numero della rivista della Lilt di Lecce, che per il mese della prevenzione del cancro al seno ha scelto di cambiare registro: non solo nastro rosa, ma anche “nastro celeste”, per far capire che la neoplasia non fa sconti né nell’uno né nell’altro caso.
“Mai avrei pensato di ammalarmi al seno, ho sempre creduto che riguardasse le donne, invece è capitato a me e la cosa mi ha molto turbato. Ho affrontato l’intervento e le cure sentendomi tradito dal mio corpo e questa sensazione è tuttora presente causandomi molti problemi personali e d’intimità con la mia compagna”. A raccontare la sua storia è un uomo di Torre Lapillo.

Il Salento non sfugge ai meccanismi che si ripetono nel resto d’Italia: l’incidenza è di un uomo su 500, ovviamente molto più rara rispetto a quella femminile, per cui il rapporto è di una donna su 8.

Il range maschile con più casi riguarda la fascia d’età che va dai 60 ai 70 anni, ma è in lieve aumento quella dei pazienti sotto i 45 anni. A dirlo è stato il rapporto “I tumori in Italia 2012”, che ha fornito anche il dato di 400 uomini colpiti dalla neoplasia. Diversi casi si registrano anche qui, stando a stime approssimative, circa cinque all’anno. In pochi si salvano, perché, al contrario delle donne, gli uomini rispondono meno bene alle cure.

Sulle cause, oltre alla familiarità e alla genetica, c’è il disequilibrio nel rapporto tra estrogeni e progesterone causato da disfunzioni dei testicoli o altro, oltre all’obesità, la cirrosi epatica, l’esposizione a sostanze estrogene.

È stata la dottoressa Marianna Burlando, componente del direttivo Lilt, ad affrontare la questione anche sotto il profilo psicologico. Non è un dettaglio e la testimonianza arrivata da Porto Cesareo lo sottolinea: “l’identità di genere viene a subire un attacco perdendo, temporaneamente, la sicurezza di sé e il senso di appartenenza”. Non solo, “i percorsi di cura – spiega Burlando – non aiutano gli uomini con carcinoma mammario: i servizi sono pensati al femminile a partire dalla comunicazione tramite gli opuscoli informativi, lo spot e le campagne di sensibilizzazione sino alle prestazioni rosa ideate per pazienti donne, i gruppi di auto-mutuo-aiuto o il supporto psicologico”.

La malattia, però, fa tabula rasa, mette tutti sullo stesso piano. Ma in questo caso amplifica gli ostacoli e chiede di ripensare anche l’approccio.

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