CronacaPolitica

Palazzo Comi: la Provincia non cede, il comitato: “E’ privatizzazione”

LUCUGNANO- Nessun passo indietro dalla Provincia di Lecce su Palazzo Comi. Nonostante il bando della discordia sia revocabile senza conseguenze per l’ente, Palazzo dei Celestini non sembra avere alcuna intenzione di innestare la retromarcia.
Al termine della discussione in mattinata in seno alla 2^ Commissione consiliare, lo ha chiarito in maniera netta Simona Manca, consigliera con delega alla Cultura: per far rivivere quel luogo “occorrono centinaia di migliaia di euro da investire per rifare impianti, infissi e arredamento interno. Oggi, la Provincia di Lecce non è in grado di soddisfare da sola queste esigenze. L’unica strada possibile, quindi, per raggiungere l’obiettivo era ed è quella del partenariato pubblico – privato, […] nel quale si è avuto cura di mettere dei paletti. Il primo è che deve essere presentato un progetto culturale solido e sostenibile economicamente e, il secondo, che Casa Comi sarà vincolata ad una gestione che non la snaturi e quindi, in pratica, ad una gestione museale”.

Le alternative? “Dopo che il privato si sarà aggiudicato il bene – conclude Manca – la Provincia potrà farsi carico di un dialogo tra quest’ultimo, il Comune e le associazioni, affinché vengano ascoltate e tenute in conto le loro proposte culturali” . Nessuna apertura, quindi, alla proposta del Comune di Tricase di acquisire il bene al patrimonio municipale. Non si placano gli animi a Lucugnano, dove continua l’occupazione della casa del poeta.

Le pecche del bando le ha passate in rassegna il Comitato Pro Palazzo Comi: il bene verrà assegnato a privati per 30 anni e ad aggiudicarselo sarà lo stesso soggetto che gestirà un bene completamente diverso, vale a dire il Circolo Cittadino di Lecce. Palazzo Comi rischia di diventare, di fatto, un luogo privato e il perché è nelle pieghe del bando: “la determinazione dei termini e delle modalità relative alla gestione dei servizi e delle attività oggetto della concessione, alle tariffe applicabili, all’esazione dei pagamenti, agli orari di apertura e chiusura, alla predisposizione e commercializzazione di materiali illustrativo e di promozione, nonché di quant’altro necessario alla proficua attività imprenditoriale (è scritto proprio così, ndr), è lasciata alla discrezionalità del concessionario, che a tal fine è costituito unico responsabile sia della legittimità delle operazioni e attività svolte, sia della loro remuneratività”. Poi ci sono quelle che vengono definite “incongruenze” del bando. Degli esempi? Nella descrizione dei “servizi aggiuntivi” previsti si legge “ristorazione/caffetteria” e “organizzazione di iniziative culturali e di svago, anche collegate alla storia degli immobili e alle tradizioni del Salento”. “Un passaggio – dicono dal Comitato – che consentirebbe al concessionario di organizzare eventi di qualsivoglia tipologia senza limite alcuno”.

Inoltre, “l’intero patrimonio librario e la Casa Museo resteranno nelle mani del concessionario che solo a titolo esemplificativo e come servizi aggiuntivi potrà, a sua discrezione, renderli disponibili. Non è previsto l’obbligo di garantire personale qualificato e con specifiche competenze per la gestione e tutela del patrimonio. Gli utenti della Biblioteca Moderna avranno accesso al “Fondo Comi” solo a discrezione del gestore”. Ecco perché si chiede che quel bando venga modificato. Per ora, la risposta è stata picche.

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