NEW DELHI –Ricoverato d’urgenza il marò Salvatore Girone, attualmente trattenuto in India. Il fuciliere di Marina si trova in ospedale dopo essere stato colpito dalla febbre Dengue.
Secondo quanto riferito dal consigliere del ministro della Difesa Gianfranco Paglia, che si è subito accertato delle condizioni di Girone, sono già partiti due medici italiani per l’India. Una prassi normale perché “ogni volta che un nostro militare in missione all’estero ha problemi di salute, viene sempre raggiunto da sanitari italiani”, spiegano alla Difesa.
La Dengue è una malattia che viene trasmessa da un particolare tipo di zanzare. Si presenta con febbre, cefalea, dolore muscolare e articolare, oltre al caratteristico esantema simile a quello del morbillo. In una piccola percentuale dei casi si sviluppa una febbre emorragica pericolosa per la vita che può evolvere in shock circolatorio e morte. Ma per quanto riguarda il nostro marò, tutto dovrebbe essere sotto controllo. Non correrebbe nessun pericolo.
Sono state rese note nel frattempo le iniziative giudiziarie sospese “fino a nuovo ordine” in India nella vicenda che coinvolge Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, a seguito della sentenza emessa il 24 agosto scorso dal Tribunale internazionale per il diritto del mare (Itlos) di Amburgo, e dell’ordinanza dettata di conseguenza dalla Corte Suprema. Sono in tutto 4. La prima e’ una istanza (236 del 2014) in cui Latorre e Girone sollevano una eccezione di giurisdizione per il loro caso.
La seconda (I.A. No.5), è collegata con la causa madre (SLP 20370/2012) in cui la difesa dei marò chiede la rimozione della polizia antiterrorismo Nia dall’indagine dopo la decisione di escludere dal processo la legge indiana per la repressione del terrorismo marittimo (SUA Act).
La terza e’ un ricorso (WP-C 919/2014) firmato da un membro dell’equipaggio di nome Kiksariyan in cui si chiede di reintrodurre nel processo “le principali disposizioni” del SUA Act e dell’Admiralty offences (Colonial Act).
La quarta infine (R.C.No.4/2013/NIA/DLI) è la richiesta presentata dalla stessa polizia Nia al tribunale speciale di New Delhi designato a suo tempo dalla Corte suprema.
Nell’ordinanza firmata dal giudice Anil R.Dave si sostiene infine che la recente istanza (I.A.No.3/2015) presentata in luglio dai legali dei marò per sospendere i procedimenti giudiziari in India trova soddisfazione in quanto deciso dalla Corte Suprema.