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Liborio Romano, la vera storia del patriota salentino

PATU’- L’Unità d’Italia è passata anche da un personaggio che pochi conoscono, e che quei pochi spesso l’hanno bistrattato: Liborio Romano, da Patù. Giovanni Spano, presidente dell’Associazione Culturale “Don Liborio Romano” è l’infaticabile promotore di questa manifestazione, giunta all’ottava edizione, volta a far conoscere a tutti lo spessore di quest’uomo, che la storiografia ufficiale ha da sempre oscurato…

Quali erano questi aneddoti? Una lunga serie di studiosi e professori universitari li hanno elencati, a cominciare dal “patto” che Don Liborio strinse con la Camorra, che lo hanno portato alla cancellazione dai libri di Storia. Il patto ci fu, ma per poter comprendere tutto ciò bisogna ripercorrere quel periodo e il percorso di vita del Romano. Da sempre liberale e antiborbonico, scontò per questo vent’anni di galera e confino nelle tremende carceri del regime. Quando Garibaldi sbarcò in Sicilia, la presa di Palermo costò un grande bagno di sangue fra la gente.

Il Re borbonico allora, da Napoli, concesse la Costituzione ed una serie di leggi in favore del popolo, e come Ministro degli Interni fece eleggere proprio Don Liborio, da sempre antiborbonico, per dimostrare la sua buona fede. Ma era ormai troppo tardi, il Regno era allo sfascio, Garibaldi avanzava, e il Romano si ritrovò con pochi uomini a gestire l’imminente scontro che si prefigurava a Napoli, abbandonato anche dal Re fuggito a Gaeta. Fu in questa situazione che egli decise per il compromesso, per evitare un’altra carneficina chiamò a sè i capi della Camorra, condonò loro i reati fin allora commessi e li integrò con le forze di polizia per tenere in pugno la massa del popolo inferocita. Lo stratagemma funzionò, Garibaldi entrò in città senza un colpo di pistola ed il regno borbonico finì senza colpo ferire. Confermato da Garibaldi come Ministro anche nel Regno dei Savoia, don Liborio però se ne estraniò presto perché capì che subito venivano disattese le aspettative del popolo. Lui per primo intuì la Questione Meridionale, scrivendo un’accorata lettera al Cavour, che puntualmente fu cestinata. Il Romano allora lentamente si defilò e iniziò il suo viaggio nell’oblio. Un’oblio che l’Associazione Don Liborio combatte ogni anno, consegnando degli attestati di merito a tutti gli studiosi che scrivono e si occupano di questo personaggio che merita di essere conosciuto e compreso da tutti coloro che vogliono conoscere tutto il percorso dell’Unità d’Italia.

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