LECCE- Ha 47 anni, è un giovane padre disoccupato, ma che tiene all’istruzione dei suoi figli. E, temendo di non potersi permettere l’università per il figlio diciottenne che si è brillantemente diplomato in questi giorni, scrive al rettore Vincenzo Zara: “Caro Rettore, sono un padre di famiglia di Lecce senza lavoro da anni abitante in una casa popolare nella zona 167. Anche la mia famiglia, come tante in questo periodo purtroppo, è messa a dura prova dalla crisi economica italiana, anche se io e mia moglie non abbiamo mai fatto mancare niente ai nostri tre figli facendo dei lavori occasionali. Caro Rettore, il mio secondo figlio ha appena conseguito il diploma di scuola superiore con ottimi voti, gli piace tanto studiare, vorrebbe iscriversi alla sua Università ma, tra iscrizione e testi scolastici, noi non ce lo possiamo proprio permettere. Quindi le chiedo se è possibile di poter lavorare per la sua Università per un mese “gratis”, in cambio almeno dell’iscrizione gratuita al primo anno per mio figlio. La prego Signor Rettore ci aiuti. Firmato: Un padre che ama i suoi figli“.
Una lettera disperata, ma piena di dignità, frutto di una situazione ormai insostenibile per troppe famiglie. Un padre che, nonostante tutto, preferisce far studiare i figli piuttosto che farli lavorare. Un segnale forte di speranza.