Cronaca

Trivelle avanti tutta, i petrolieri: “Turismo indenne”. 60 giorni per replicare

LECCE- Dopo il via libera alla ricerca di petrolio al largo di Fasano, per il Leccese quello delle trivelle è più di un incubo che torna a materializzarsi: entro la metà di agosto, i Comuni dell’arco jonico dovranno replicare al nuovo studio della Schlumberger Italiana spa, che, tra l’altro, afferma che non ci sarà alcun impatto sull’economia turistica salentina. Come in autunno, ricomincia la corsa contro il tempo per rispedire al mittente la richiesta di cercare petrolio nel Golfo di Taranto. Le nuove osservazioni, infatti, dovranno essere depositate entro 60 giorni. Ad essere coinvolti sono tutti i municipi della costa occidentale del Salento: da Castrignano del Capo a Porto Cesareo, oltre a quelli della provincia di Taranto.

Rispetto a dicembre, però, stavolta il gioco si fa ancora più duro: la società, con il cervello in Texas, dopo aver avviato il 5 novembre scorso la procedura di valutazione per un permesso di prospezione in mare, ha integrato quella documentazione. Ha depositato, infatti, le integrazioni richieste dalla Commissione Tecnica di Verifica dell’impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente e ha risposto punto per punto a 333 osservazioni formulate da enti locali, associazioni e cittadini.

Innanzitutto, ha respinto l’accusa, fatta tra gli altri dalla Provincia di Lecce, circa la violazione del “principio comunitario di precauzione”, così come quella di aver frazionato i progetti. “La presenza di altri progetti nell’area oggetto di indagine – scrive la società – non è ignorata dal proponente ed è stata attentamente esaminata. L’area dell’istanza del permesso “d3 F.P-.SC” ha un’estensione di 4.064 kmq. Schlumberger, pur potendo liberamente suddividere la superficie del progetto di prospezione in più aree oggetto di più istanze di permesso di prospezione, ha invece ritenuto più corretto presentare all’esame della Commissione un “unico progetto””.

È questo il passaggio giuridico più delicato. Nel merito, sono due le questioni più importanti affrontate: l’impatto dell’air gun e i danni per il settore turistico. Per quanto riguarda la discussa tecnica delle onde sonore e le ripercussioni sull’ambiente marino, la società “si impegna ad evitare” la primavera e l’autunno, periodi di riproduzione dei pesci, “per effettuare le operazioni di prospezione geofisica”. Per quanto attiene, invece, alla nuova economia locale, si riporta uno studio condotto dal RIE (Ricerche Industriali ed Energetiche) per conto di Assomineraria, quindi di parte, pubblicato nel 2014 con riferimento a Emilia Romagna e Versilia. La conclusione?.“Non esiste alcuna comprovata correlazione negativa tra attività mineraria ed i settori Agricoltura, Pesca, Turismo”. Ai Comuni, si diceva, due mesi per ribattere.

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