LECCE- In queste ore il mondo della politica elabora i risultati delle regionali: è il tempo delle riflessioni, dei bilanci, ma anche dei veleni e della resa dei conti. Nel centrodestra le polemiche sono ormai all’ordine del giorno, ma questo è il tempo della resa dei conti anche tra fittiani. A dare fuoco alle polveri ci pensa Frasca con un post tagliente su Facebook: “La delusione è tanta, è inutile negarlo ed è dettata principalmente dal vedere l’opera distruttiva che Antonio Gabellone in 6 anni di Presidenza della Provincia di Lecce e 3 di coordinamento provinciale, è riuscito a mettere a segno. Con il suo operato ha disgregato invece di aggregare, ha creato lacerazioni e rivalità, ha distrutto un partito e la propria classe dirigente. Il dato che per primo andrebbe analizzato è il fallimento di quest’uomo che dietro alle sue mezze parole ha lacerato un intero partito!”. Gabellone evita di rispondere a caldo: “Mi sto godendo il mare – dichiara al telefono – replicherò al momento opportuno”. Sembra che Frasca, che ha sfiorato l’elezione con quasi 9 mila preferenze, non abbia gradito l’impegno del presidente della Provincia per Macculi. In molti hanno il dente avvelenato dopo queste elezioni. Ancora strali tra Meloni e Poli Bortone, che si accusano reciprocamente di tradimento: l’ex sindaca di Lecce spiega in un comunicato che il suo partito non sarebbe scomparso se l’avesse appoggiata invece di andarsene con gli alfaniani. E non rinuncia alle polemiche il rieletto consigliere Caroppo, che propone di “passare dalla monarchia alla repubblica anche nel centrodestra pugliese”, dando del monarca a Fitto, senza però nominarlo.
Le uniche parole di distensione sono quelle di Paolo Pagliaro, responsabile regionalismo dell’ufficio di presidenza di Forza Italia: “Le elezioni regionali pugliesi hanno confermato due dati indiscutibili: Forza Italia è considerata dagli elettori come il partito di centrodestra per eccellenza, ma i cittadini ci chiedono unità con tutti i moderati, per costruire coalizioni competitive e vincenti”.
C’è aria tesa anche nel Pd, dove Sergio Blasi, primo degli eletti con qualche centinaio di voti in più rispetto ad Abaterusso, ha voglia di mettere in discussione la segreteria provinciale leccese, oltre a dire chiaramente di attendersi un posto nella giunta di Emiliano. Durante il suo comizio di ringraziamento a Melpignano, dove sul palco si sono presentati Salvatore Capone e Teresa Bellanova, in molti gridavano “e ora riprendiamoci il partito”.
La minoranza, ovvero la ex segreteria, esce rafforzata e Blasi parte all’attacco: “Il partito è una comunità plurale, un corpo vivo che non può essere tenuto al guinzaglio delle micro – burocrazie provinciali. E poi chi ha responsabilità di direzione politica dovrebbe garantire e rappresentare tutti specialmente in campagna elettorale”. Una frecciatina contro la segreteria totalmente schierata con Abaterusso. “Il partito democratico salentino è stato gestito in modo democratico e ha costruito una classe dirigente nuova, portando il partito provinciale al successo, alle europee e alle regionali”- spiega Salvatore Piconese. Mentre il segretario organizzativo del Pd provinciale, Sergio Signore, replica con una battuta: “Se riescono, tra due anni, alla scadenza del mandato di Piconese, si prendessero pure la segreteria”. Interviene anche Umberto Uccella, dalla direzione provinciale Pd, con una domanda: “Non è, forse, apparato, anche un Sottosegretario del governo, un deputato ed il Direttore dell’ARIF, che, legittimamente, hanno sostenuto Blasi in modo aperto?”. In effetti a sostenerlo c’era anche Taurino.