LECCE- In Giappone c’è già chi chiede rassicurazioni sull’assenza del batterio Xylella nelle partite di olio importato dall’Italia. “Le emergenze connesse alla sicurezza alimentare hanno innescato fra i cittadini, negli ultimi anni, una certa apprensione sulla qualità dei cibi consumati. In particolare la vicenda Xylella fastidiosa sta provocando inquietudine all’estero per quanto riguarda l’olio di oliva extra vergine esportato dai nostri produttori. -scrive Giovanni D’Agata dello Sportello dei diritti- nei giorni scorsi una cooperativa aderente al Cno (Consorzio nazionale degli olivicoltori), che da anni esporta olio biologico in Giappone, ha segnalato di aver ricevuto richieste da un proprio cliente di avere rassicurazioni circa l’assenza del batterio nelle partite di olio extra vergine di oliva esportate in quel Paese”. Per questo, secondo d’Agata, è necessario adottare subito soluzioni a livello europeo per chiarire cause e bloccarne gli effetti, anche con campagne mediatiche che sottolineano la mancanza di qualsiasi relazione tra la malattia delle piante di olivo e l’olio confezionato. Perché è proprio così: l’olio è quello di ottima qualità di sempre, il batterio non c’entra nulla con l’olio prodotto.
E intanto arriva a sorpresa la posizione dei Verdi europei. l’eurodeputato francese e membro della commissione agricoltura José Bové parla delle misure adottate dall’UE contro la xylella definendole “timide” e di “mancanza di coraggio politico della destra e dei socialisti che offre al batterio l’opportunità di partire all’assalto di altri territori”.
“Capisco perfettamente” dice Bové “che il divieto assoluto di autorizzare la circolazione di materiale vegetale dalle zone dove c’è la Xylella “sia una misura impopolare in Puglia, ma non abbiamo altra scelta che creare una zona tampone ermetica”.