LECCE- Si fa o non si fa? Vedrà la luce davvero l’Università islamica a Lecce? Negli studi di “Controvento” il promotore del progetto, Giampiero Khaled Paladini, timoniere della Confederazione delle Imprese del Mediterrano e oggi presidente della Fondazione università islamica d’Italia”, cassaforte dell’iniziativa, conferma che il motore della macchina realizzativa è caldo.
Due plessi, uno in territorio leccese, l’altro a Monteroni, 45 milioni di investimento iniziale, 35 milioni annui previsti per far funzionare la struttura a regime, Paladini – a chi manifesta dubbi o aperta contrarietà, denunciando che mancherebbero elementi di chiarezza essenziali – risponde che del progetto si sa già tutto, offerta formativa di lancio e filtro dei finanziamenti.Dichiara che sarà tutto trasparente, e che ogni euro a beneficio di quello che rappresenterebbe il primo ateneo islamico d’Italia sarà tracciato.
Sull’offerta formativa Paladini evidenzia che ci saranno una serie di elementi del tutto innovativi, anche rispetto allo stesso mondo musulmano, a partire dal corso per Imam volto a formare italiani convertiti al credo di Allah.
Esprime netta contrarietà verso il progetto la presidente dell’associazione Donne marocchine in Italia, Soud Sbai, che preannuncia l’ipotesi di presentare un esposto in Procura, ritenendo troppo alto il rischio che la struttura possa attrarre finanziamenti opachi, riconducibli a stati che finanziano movimenti terroristi, e che di fatto l’iniziativa rappresenti solo un’operazione di marketing.
Giorgio Demetrio