LECCE- L’Agicom, l’Autorità Garante delle Comunicazioni, pensa di far chiudere 30 emittenti pugliesi , ed altre nella Penisola, per far recuperare all’Italia “credibilità internazionale”. Il rischio è che nei confronti del nostro Paese venga aperta una procedura di infrazione europea. Per il Sottosegretario con delega alle comunicazioni, on. Antonello Giacomelli: “Lo spettro è che Croazia e Slovenia reclamino quello che secondo l’Europa spetta loro”. Semplificando: con il passaggio al digitale le frequenze assegnate, dall’Europa all’Italia, sarebbero state in numero maggiore ma questo vantaggio procurerebbe disturbi tecnici alle emittenti Croate pur non avendole svantaggiate nella ripartizione.
Ancor più semplicemente , per un errore altrui , decine e decine di televisioni locali operanti sulla fascia Adriatica del nostro Paese potrebbero esser spente entro fine dell’anno come imposto dall’ Agicom. Il nostro è un Paese sempre più strano.
L’Autorità Garante sentenzia, per quanto potenzialmente contestato dall’estero, la morte di numerosi mezzi d’informazione con una loro storicità e valore Democratico sul territorio regionale e nazionale, una nuova crisi occupazionale per migliaia di famiglie e con il ridicolo risarcimento, questo da quanto si apprenderebbe, di 100mila euro per frequenza spenta rispetto al valore di milioni di euro, per costi sostenuti e valore economico sociale e di mercato , che ogni emittente rappresenta sul singolo territorio.
