SAN FOCA- “Non ci è chiaro perché Vendola sia rassegnato a permettere quest’opera sul suolo della Regione, che avrebbe il dovere di tutelare, e ne faccia solo una questione di approdo quando è chiaro che gli unici a beneficiare di questa mostruosità energetica sono i gruppi finanziari legati al consorzio di costruzione ( che rimane il solo vero business di tutta l’operazione)”.
Il comunicato è a firma del “coordinamento interprovinciale pugliese no tap no fossili”, quello che ha organizzato la manifestazione della scorsa settimana alla quale ha preso parte il leader cinque stelle Beppe Grillo e dalla quale si sono dissociati i No Tap di San Foca.
“Vendola non dovrebbe convocare i sindaci che si oppongono a TAP a Melendugno per discutere di un approdo alternativo, bensì l’ufficio legale della Regione per dargli mandato ad impugnare nelle sedi opportune, gli atti giuridici che permettono di accelerare questa disgraziata opera fossile” -dicono-. il mercato del gas italiano ed internazionale rende assolutamente inutile qualunque ulteriore opera infrastrutturale per l’approvvigionamento di gas (e di qualunque altro idrocarburo) e che TAP non produrrà alcun beneficio ne a breve, ne a medio, nè a lungo termine, nè per i consumatori pugliesi, nè per quelli italiani”. Rammentano a Vendola che c’è il ricorso alla corte Costituzionale ex art. 127 della Costituzione, e che il MIBAC ha dato parere negativo vincolante che è stato ignorato nel processo autorizzativo.
“Ma qualcosa ci dice che anche questa volta –concludono- come nel caso della approvazione della legge di ratifica del trattato TAP, e dell’aut aut dalle regioni ammissibili per i gasdotti, Vendola farà scadere i termini, mentre è impegnato, con i sindaci, a trovare un approdo alternativo ad un impattante gasdotto, che non serve a un tubo”.
