Cronaca

Centrosinistra, “giallo” Pertosa. Gentile alla finestra

LECCE- Quanto sono lontani i tempi in cui il congresso regionale del Partito Democratico consegnò le chiavi della segreteria al candidato unico Michele Emiliano. Quanto è cambiato lo scenario, per l’ex sindaco di Bari, rispetto alla prospettiva che la corsa per la conquista della presidenza della Regione fosse una sorta di marcia trionfale con poche defezioni: forse tutto avrebbe immaginato Emiliano eccetto che i nomi di scuderia PD, ai nastri di partenza delle primarie, potessero essere – probabilmente – 3 più il candidato di SEL Dario Stefano: come è noto è ufficiale che siano della partita lo stesso ex primo cittadino di Bari e l’assessore regionale Guglielmo Minervini, ma il numero di nomi potrebbe salire grazie alla discesa in campo di Elena Gentile, che potrebbe sfidare l’ira del coordinatore del tavolo del centrosinistra Procacci – convinto che l’europarlamentare non possa abbandonare Bruxelles dove è appena approdata – e torni a puntare la bussola verso Bari in attesa di capire quantità e qualità della base di consenso che potrebbe sostenerla.

La concorrenza è tanta e l’esponente foggiana, sostenitrice di Pippo Civati al congresso nazionale democratico, gioca di sponda con parte dei dalemiani per tentare di incunearsi nei mal di pancia della sinistra del partito, per nulla renziana. In relazione al gioco di correnti, Gentile sa di potersi giocare carte alternative rispetto a quelle messe sul tavolo da Guglielmo Minervini, non in conflitto col premier ma tutt’altro che allineato e in qualche modo candidatura PD dal respiro “vendoliano”.

In questo intreccio, non pochi nel partito democratico e in SEL, guardano al nome del vicino piuttosto che a un pilota di scuderia: se in casa PD i mal di pancia verso Emiliano potrebbero portare più di qualcuno a sostenere il portabandiera di SEL Dario Stefano, profilo dalle capacità di attrazione che vanno ben oltre lo steccato classico della sinistra radicale, sotto il cielo di sinistra ecologia e libertà rumors non ignorabili accreditano nomi di spicco fra i dirigenti territoriali sempre più intenzionati a sostenere Minervini e in subordine lo stesso Emiliano, in segno di aperta protesta nei confronti delle modalità di scelta di Stefano, con il dito dei malpancisti di SEL puntato proprio verso Nichi Vendola, reo di aver partorito la scelta senza un ampio processo di coinvolgimento interno.

Emiliano, Minervini, Stefano, forse Gentile, e Renzi che fa? Il premier sembra tutt’altro che lieto di questo eccesso di disponiblità a partecipare alla contesa, e pare che continui a non puntare lo sguardo verso l’ex sindaco di Bari: per questo nei corridoi democratici deflagra la voce di un incontro romano tra il presidente del Consiglio e l’imprenditorie di Monopoli Vito Pertosa, fino ad oggi indisponibile ad abbandonare l’azienda per tuffarsi in politica. Il feeling tra i due è solido ma l’interrogativo principale sul tappeto resta uno: Renzi le primarie vuol farle davvero o al contrario prima o poi calerà il nome dall’alto destinato a spazzare tutti i nomi di provenienza politica? a partire da quel Michele Emiliano che da qualche anno ha puntato tutte le fiche sul tavolo delle regionali.

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