CronacaPolitica

Rifiuti, dopo la proroga è braccio di ferro tra i Comuni

CORIGLIANO D’OTRANTO- Vendola ha concesso un’altra proroga, ma è l’ultima, per sbloccare la situazione di Corigliano: 46 comuni restano col fiato sospeso. Si continuerà provvisoriamente a conferire i rifiuti a Ugento, dopo la lavorazione presso il biostabilizzatore di Poggiardo. La sindaca di Corigliano, Ada Fiore, però, non ha intenzione di fare un passo indietro e tra 60 giorni la situazione rischia di precipitare nuovamente nel caos.

“Quello che è stato realizzato è già di buona qualità- dichiara il dirigente regionale Campobasso -. Non c’è pericolosità, miglioreremo anche la qualità dei conferimenti, ma il trattamento deve avvenire presso l’impianto dove si biostabilizza, a Poggiardo. Corigliano avrà l’impianto di compostaggio, se ne farà domanda, ma il processo di trattamento a Poggiardo è quello: ciò che esce da Poggiardo deve andare a Corigliano, nella nuova discarica”.

Per la Regione, “le soluzioni devono trovarle i comuni”, questo dice la legge. “Noi non possiamo commissariare nulla. Perrone ha invocato il principio di sussidiarietà, visto che non può essere presa la decisione di commissariare tutto”- spiega il dirigente. Il presidente dell’Organo di Governo di Ambito, Paolo Perrone dovrebbe, entro due mesi, completare i passaggi per autorizzare l’apertura della discarica di Corigliano. Tutto semplice, a parole. nei fatti il primo cittadino di Lecce ha dovuto chiedere già al prefetto di richiamare ai propri doveri istituzionali il sindaco di Corigliano. Ada Fiore continua a rispondere picche: “Non mi prendo una responsabilità del genere: bisogna prima bonificare la vecchia discarica.

Meglio procedere con gli impianti di compostaggio per risolvere la situazione: realizziamo una serie di compostiere”. La prima cittadina di Corigliano non vuole la nuova discarica che sorge sulla falda acquifera, fonte di approvvigionamento idrico del Salento, e non ha intenzione di concedere il diritto di superficie a Cogeam. Tutto fermo dunque, nonostante i 60 giorni di tregua.

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