GALLIPOLI-Carparo estratto abusivamente, senza alcuna autorizzazione all’interno di una cava in località Mater Gratie a Gallipoli. L’area, ogni tipo di attrezzatura, compresi i macchinari per l’estrazione, le strutture usate come uffici e i conci della pietra già tirati fuori sono stati sequestrati: il valore complessivo è di un milione e 300 mila euro.
Sono stati i carabinieri del Noe di Lecce a svolgere le indagini e a constatare come le due imprese, che operavano l’una accanto all’altra, avessero avviato i lavori di estrazione abusivamente. Nella prima area , in tutto 15 mila metri quadri, sono finiti sotto sequestro la struttura utilizzata come ufficio, i MACCHINARI usati per la squadratura dei conci di carparo; 3 autocarri, una ruspa, un muletto; centinaia di metri di binari in ferro utilizzati per lo scorrimento delle macchine scalzatrici, utilizzate per il taglio della pietra; decine di balle di conci di carparo, già pronte per la vendita.
Nell’area adiacente, in tutto 2 mila metri quadri i sigilli hanno riguardato tre prefabbricati per uffici e depositi, sei macchinari per l’estrazione e la lavorazione del carparo.
Un binario di ferro, e anche in questo caso decine di balle di conci di carparo, già pronte per la vendita. I due rappresentanti legali delle due società sono stati segnalati con l’ipotesi di reato di ESERCIZIO DI ATTIVITA’ ESTRATTIVA IN ASSENZA DI AUTORIZZAZIONI in area sottoposta a vincolo paesaggistico, idrologico e faunistico. Ma a questa si aggiungono anche l’ OMESSA PRESENTAZIONE DELLA DENUNCIA DI INIZIO LAVORI , l’assenza DEL DOCUMENTO DI SICUREZZA E SALUTE ALL’UFFICIO MINERARIO REGIONALE, l’ OMESSO DEPOSITO DELLA NOMINA DEL DIRETTORE TECNICO DELLA CAVA ed una serie di altri reati che riguardano la tutela dell’ambiente circostante , come l’emissione delle polveri in atmosfera e lo scarico delle acque reflue.