SUPERSANO- Era accusato di danneggiamento, violenza privata, lesioni personali, minacce, detenzione e porto illegale di arma, ma è stato assolto perché il fatto non sussiste. Per Espedito Valentini, 29 anni, di Supersano, si definisce il processo che va ad intrecciarsi con quello tuttora in corso di fronte alla Corte d’Assise per l’omicidio di Roberto Romano, 36enne di Ruffano, ucciso il 23 marzo 2012.
Il giudice Giovanni Gallo ha assolto anche i fratelli Paolo e Giuseppe Rizzello, accusati assieme a Valentini di aver speronato l’auto di Emanuele Toma, 33 anni, di Taurisano. I fatti risalgono al 2007. Toma riferì ai carabinieri della stazione di Ruffano che l’incidente lungo la strada Ruffano- Supersano era stato provocato dai tre e che, successivamente, Valentini si recò nei pressi della sua abitazione, minacciandolo con una pistola. Quelle dichiarazioni, però, non furono mai messe a verbale e, anzi, oggi sono state negate, portando alla chiusura del processo in cui la pubblica accusa è stata sostenuta dal pm Francesca Miglietta.
È un tassello che si incastra nel mosaico più complesso della vicenda giudiziaria legata all’omicidio Romano. L’impianto accusatorio del pm Roberta Licci punta a dimostrare che Valentini aveva già utilizzato armi in passato e per questo Toma è citato, tra l’altro, anche nella prossima udienza di ottobre. È questo il motivo per cui i due episodi s’intrecciano.
La tesi difensiva di Valentini, difeso dall’ avvocato Mario Coppola, infatti, è di aver sparato a Romano per legittima difesa e che la pistola da cui partì il colpo mortale era già nella casa della vittima.
