PORTO CESAREO- Vincenzo Tarantino non ricorda nulla. Dice di non essere l’autore del massacro dei due coniugi di Porto Cesareo e di fronte alle prove schiaccianti che lo incastrano afferma di essere innocente. Si difende ammantando un presunto vuoto di memoria, una stato di incoscienza che gli impedirebbe di ricordare quei momenti.
Questo non è servito ad evitargli la convalida dell’arresto firmata dal giudice Antonia Martalò durante l’interrogatorio di garanzia avvenuto a Borgo S. Nicola. Tarantino, 51 anni , è accusato di aver ucciso la notte tra lunedì e martedì Antonella Parente e il marito Luigi Ferrari con non meno di 40 colpi di un oggetto contundente, probabilmente un martelletto usato dai muratori, con la punta piatta e tagliente.
I coniugi sono stati massacrati con una ferocia inaudita. Lo ha rivelato l’autopsia eseguita dal medico legale roberto vaglio: colpi inferti quasi tutti sul cranio, 30 a lui, 11 a lei. L’ora della morte tra le 4 e le 5 del mattino.
Mentre Porto Cesareo si prepara a dare l’ultimo saluto ai due coniugi , con la camera ardente allestita nel circolo gestito dalla coppia, proprio sotto l’abitazione dove è avvenuta la strage, le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce al comando del capitano Biagio Marro continuano.
Per chiudere definitivamente il cerchio manca l’arma con la quale l’omicidio è stato compiuto, la cassaforte scardinata dal muro della camera da letto e soprattutto l’accertamento delle responsabilità dell’amico di Tarantino: l’uomo che ai carabinieri ha raccontato di essere stato invitato dall’assassino ad andare con lui in casa dei coniugi. Erano insieme in un’abitazione di porto cesareo quando Tarantino ha progettato il furto finito nel sangue. Rimane da accertare se i due fossero insieme anche dopo.
Mariella Costantini