Politica

Il centrosinistra al lavoro per le primarie, col nodo Vendola da risolvere

BARI- Pd, Sel, Puglia per Vendola, Realtà Italia, Radicali, Socialisti, Italia dei Valori, Verdi, Rifondazione e Comunisti italiani sono riusciti a riunirsi per chiudere un accordo sulle primarie: non c’è la quadra sui tempi e sull’allargamento del perimetro delle alleanze. Sarà necessario un ulteriore incontro: lunedì prossimo si discuterà anche di regole.

La segreteria regionale del Pd ha già approvato la bozza di regolamento da presentare al tavolo di coalizione: secondo queste regole possono presentare la candidatura tutti gli iscritti del Pd che abbiano raccolto il 35 per cento delle firme dei componenti dell’assemblea regionale, oppure il 20 per cento dei tesserati della Puglia con l’aggiunta di una raccolta di firme del 2 per cento degli elettori del centrosinistra. Per chi non appartiene al Pd bisognerà portare un numero di firme da stabilire con gli alleati: nella bozza del Pd è stabilito che debbano essere pari all’uno o due per cento dell’elettorato di centrosinistra emerso nelle ultime elezioni.

Il Pd ha proposto la data del 26 ottobre, ma Emiliano è pronto a dare tempo a Vendola: il governatore ha bisogno di capire come si metteranno le sue vicende giudiziarie prima di pensare a una sua ricandidatura.

Nelle scorse ore, il presidente della Regione Puglia ha cercato di tenere in piedi un partito che si sta sciogliendo sotto il sole estivo: dopo Migliore, Fava, Di salvo e Piazzoni, nelle scorse ore hanno fatto le valigie Zan, Lavagno e Pilozzi. Vendola è inferocito: accusa “qualcuno” nel Pd di fare campagna acquisti. I passaggi non sono finiti, sussurrano alcuni dirigenti democratici: anche i Puglia si preparano nuove defezioni di vendoliani pentiti. Intanto, siccome tra i leader del Nuovo centrodestra e Fitto non corre buon sangue, Emiliano ne vuole approfittare. Chiudere un accordo con gli alfaniani, che hanno totalizzato alle europee il 7 per cento in Puglia, potrebbe indebolire ulteriormente il centrodestra. La sinistra radicale, però, non sarebbe contenta di un allargamento di questo tipo. Gli alfaniani discutono del cambio di nome: si pensa a una fusione definitiva con l’Udc.

Cassano e Ferrarese negano che questo cambiamento sia all’ordine del giorno. Sulle alleanze Massimo Ferrarese avverte: “Lo decideremo nei prossimi giorni: faremo l’assemblea il 26 luglio a Roma in cui si discuterà anche della Puglia e della linea politica da tenere”

Giovanni Procacci, coordinatore della segreteria regionale del Pd, dice che l’alleanza con gli alfaniani è materia nazionale, da risolvere a Roma. “Nulla vieta che ci possano essere aperture, il perimetro del centrosinistra si può allargare – spiega -, l’Udc è già stata alleata con noi”. Il Pd ha già 4 nomi in campo a cui si aggiungerebbe il candidato di Sel, Stefano o Vendola: per i democratici c’è un uomo della società civile, Vito Perttosa, il patron della Mer mec, ma la candidatura dovrà guadagnarsela. “Il candidato lo devono scegliere i pugliesi- puntualizza Procacci – come a Bari sono stati i baresi. Se Pertosa vorrà candidarsi, dovrà procurarsi le firme dei cittadini. A me risulta che Renzi abbia sempre spinto Emiliano”- conclude.

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