Cronaca

La Posidonia da problema a risorsa nella bioedilizia

SANT’ANDREA- La Posidonia ha completamente devastato Sant’Andrea, ma il comune di Melendugno ha difficoltà a reperire anche solo 50 mila euro per portarla in discarica, quindi, prova a utilizzarne la maggior parte per il ripascimento della costa, come argine.

Se si dà un’occhiata fuori dal Salento, però, si scopre che è un problema comune a molte marine italiane e altrove la questione è stata risolta trasformando il rifiuto in risorsa utilizzabile nel campo della bioedilizia. Il surplus di posidonia ad Alghero, ad esempio, ha generato costi di smaltimento di circa un milione di euro, insostenibili per le casse comunali, così la sua amministrazione ha deciso di avviare un progetto sperimentale per trasformare un problema in risorsa.

Sono diversi i comuni della Sardegna che hanno avviato questo nuovo progetto. La Posidonia è una pianta marina, che prende il nome da Poseidone, dio del mare, indispensabile agli ecosistemi, che quando si spiaggia diventa un problema, anche per il cattivo odore che emana. La ricerca scientifica nel campo della bioedilizia ha fatto passi da gigante.

La pianta sarà utilizzata per realizzare una fibra, la “lana di mare” brevettata dall’azienda Edilana Group, industria attiva nel campo della bioedilizia e dell’efficienza energetica e acustica. “Edimare”, una controllata del gruppo, utilizza la Posidonia unita alla lana di pecora per fare tetti ad alta efficienza che garantiscono così fino al 30 per cento d’efficienza rispetto al legno e altri materiali naturali, svolgendo comunque la funzione di “sequestro” della CO2.

“Una problematica che può diventare opportunità per il territorio, anche l’Università del Salento si sta muovendo per dare alla luce progetti di riutilizzo della Posidonia. A Melendugno esiste un compattatore in cui tutti i comuni costieri potranno portare i resti di questa pianta acquatica, le autorizzazioni arriveranno tra un paio di giorni, con costi molto più economici rispetto alla discarica, per poi utilizzare questo materiale nella bioedilizia, oppure anche per bruciarlo nelle stufe. 

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