BRINDISI- Sono trascorsi due anni da uno degli episodi di cronaca più crudi e indigesti mai avvenuti nel Salento. Di quelli difficili da metabolizzare, perchè incomprensibili, gratuiti e devastanti.
Era il 19 maggio di due anni fa quando alle 8,30 di mattina, mentre uno stuolo di ragazzi ormai già nel clima festante dell’estate vicina, entrava in classe varcando i cancelli dell’Istituto Morvillo Falcone, alla periferia di Brindisi. Un boato in pochi minuti cambiò tutto: urla, sirene, fumo, corse disperate, sangue. Scene da guerriglia urbana, un caos al quale è stato difficile dare una chiave di lettura.
Perché prima si è stati costretti a fare i conti con i feriti, giovani studentesse finite in ospedale, alcune in rianimazione, altre con ustioni su tutto il corpo, e abbiamo dovuto fare i conti con la morte di Melissa Bassi, che a soli 16 anni ha salutato la vita per mano di un uomo estraneo che nulla aveva a che fare con lei, con la sua famiglia, con quella scuola e con la stessa città di Brindisi.
Un anniversario triste che riempie gli occhi di lacrime, quelle che non si sono mai asciugate dagli occhi di chi ha vissuto la tragedia sulla propria pelle.
Senza Melissa è come vivere su un altro pianeta, dicono i suoi giovani genitori, costretti a fare i conti con la realtà ogni volta che varcano le aule di un tribunale, costretti a subire lo sguardo dell’assassino della loro figlia, Giovanni Vantaggiato, che è chiuso dietro le sbarre, condannato all’ ergastolo, ma è vivo, mentre la bambina invece non c’è più.
E il dolore ritorna ogni qual volta qualcuno insinua che al momento di piazzare la bomba Vantaggiato non fosse lucido, o non in grado di intendere e di volere. Quando qualcuno pensa alla sua salute compromessa, ai suoi scioperi della fame, ai suoi escamotage, così li hanno definiti i giudici nell’ultima udienza nell’aula bunker di Lecce, per ottenere un qualche minimo vantaggio.
Due anni sono passati da quel giorno e dimenticare è impossibile. Brindisi vuole onorare il ricordo di melissa che oggi avrebbe avuto 18 anni e si sarebbe dovuta diplomare. Nella Morvillo Falcone sfileranno i suoi compagni, i professori, la sua famiglia, le istituzioni, con i rappresentanti del governo, il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e il sottosegretario Angela d’Onghia.