SECLI’- Nuove analisi e nuovi ascolti. L’inchiesta sui pozzi contaminati tra Seclì e Neviano riparte, dopo il sequestro effettuato nel 2009 a causa della presenza del Pcb, sostanza cancerogena di origine industriale.
Adesso, ci sono un nuovo monitoraggio delle acque affidato ad Aqp su dieci pozzi e indagini delegate dalla Procura ai carabinieri del Noe di Lecce. A venire a galla è anche uno studio che l’Agenzia per la protezione ambiente regionale ha effettuato nel 2012: i risultati hanno appurato la presenza di Pcb nell’acqua. Valori sotto soglia sì, ma quell’inquinante nell’acqua potabile non dovrebbe proprio starci.
Nei giorni scorsi, i militari hanno ascoltato come persone informate sui fatti il sindaco di Neviano, Silvana Cafaro, e Adriano Napoli, coordinatore regionale della Destra di Base e autore della denuncia depositata qualche settimana fa e relativa a pozzi che riforniscono Aqp. La preoccupazione è che possano aver subito conseguenze data l’estrema vicinanza alla vecchia discarica di contrada Serpe, sulla strada per Parabita.
Il fascicolo d’indagine è nelle mani del pm Elsa Valeria Mignone, che ha chiesto al Noe di verificare se il sindaco di Neviano ha effettuato o meno controlli per accertare la presenza del Policlorobifenile o di altre sostanze inquinanti nella falda e in particolare nei pozzi artesiani utilizzati da Aqp. Inoltre, si vuole sapere se e quali provvedimenti siano stati adottati dopo la richiesta urgente di controlli depositata in Comune ad aprile.
È per questo che il Noe ha chiesto ad Aqp di eseguire analisi sui pozzi della zona. Si è in attesa degli esiti. E a breve, stando a quanto riferito da Cafaro, si terrà una riunione tecnica con il sindaco di Seclì.
L’antefatto, d’altronde, è di quelli pesanti. Nel 2009, sempre i carabinieri del Nucleo tutela ambiente sequestrarono tre pozzi privati, uno all’interno di una cantina sociale, uno in un bar e uno in un’impresa edile. Ai sigilli seguì l’ordinanza sindacale per imporre il divieto di utilizzo dell’acqua. Nel 2012, Arpa ha accertato di nuovo la presenza di tracce di policlorobifenile. Adesso, si è in attesa di chiarire se ci sono ancora e se c’è anche dell’altro.