SAN FOCA- “Frettolose e incomplete le integrazioni presentate da TAP su richiesta del ministero, molti dei punti cruciali sono disattesi o rimandati,e quando viene abbozzata una risposta il contenuto è veramente deludente e rasenta il ridicolo. Oltre 1200 pagine, foto e addirittura un video pubblicitario che nulla ha a che fare con le carenze tecniche del progetto”, si legge nel comunicato del Comitato No Tap.“Certamente saltano a gli occhi delle situazioni incredibili,per esempio il documento che dovrebbe quantificare il costo dell’opera e stato mandato”in privato” al solo ministero,insomma,non è una cosa che possono leggere i “portatori d’interesse” -continua No Tap- Molte delle indagini richieste vengono fissate per la fine del 2014,omettendo che la legge prevede la consegna in unica soluzione e quindi anche le indagini in mare di questi giorni sono fuori tempo massimo.
Disattesa la richiesta(punto 1) di verificare l’assoggettabilità VAS dell’opera,tra l’altro punto richiesto anche da ARPA. In questo quadro carente e che raggiunge il ridicolo una cosa in particolare lascia di stucco;TAP in questo documento ufficiale inserisce le prove che le sue navi hanno violato le già discusse ordinanze della CP di Otranto.
Era fine febbraio quando sulla tormentata costa di San foca scoppia la polemica,le navi Odin Finder e Nautica Tide hanno l’AIS,sistema che permette di seguire i loro movimenti “guasto”,simultaneamente dichiarano l’avaria del sistema.
Non ci è più possibile controllare la distanza della costa,la posizione,e il rispetto dell’ordinanza 17/2014 della CP di Otranto -continua il Comitato- L’ordinanza parla chiaro,è molto ristretto lo specchio d’acqua in cui le unità possono operare in pratica un corridoio di fronte al punto d’approdo.
A nulla valgono le lamentele della popolazione e dello stesso sindaco del comune di Melendugno che chiede chiarezza alla CP di Otranto. Cominciano a giungere le prime segnalazioni,più cittadini sostengono che la Nautical Tide è più vicina dei 400 metri previsti dall’ordinanza,ma non se ne fa niente,non ci sono prove. La Odin finder sembra fuori dai giochi,al momento del “guasto” all’AIS è oltre le 12 NM(miglia nautiche),invece così non è.
Ci giungono –afferma il Comitato No Tap– altre segnalazioni,sono i velisti che partecipano alla manifestazione “più vela per tutti” a segnalarci la Odin Finder all’opera nello specchio di mare degli Alimini. Ma anche questo non è verificabile,l’AIS è spento è comunque sarebbe una grave infrazione per quanto riguarda la sicurezza in mare,dobbiamo prendere per buona la versione “sono ormeggiati in quella zona”.
All’improvviso l’AIS della Odin Finder da segni di vita,poco tempo,per poi spegnersi nuovamente,quanto basta a noi per capire che tragitto a compiuto l’unità nei 2 giorni di oblio,ed ecco il risultato: l’unità ci viene riportata oltre le 12 NM,dove l’AIS si era spento,per poi ricomparire nella zona a nord di Otranto in direzione San Foca.
Le rassicurazioni sono le solite”era ormeggiata in quella zona”,ma il tracciato racconta altro,l’impressione e che l’unità di 46 metri abbia lavorato completamente fuori dai permessi dell’ordinanza 17/2014 nella zona a nord di Otranto.
Tutto cade nel dimenticatoio,secondo la CP è tutto regolare,nessuno interviene. Ha fare chiarezza su quello che è veramente accaduto è la stessa TAP nell’allegato 4(analisi delle alternative) presentato come integrazione alle richieste del Ministero Dell’Ambiente. L’alternativa E1 prevede l’approdo esattamente nei punti da noi segnalati.
Ormai le domande diventano retoriche:
-con quali permessi ha lavorato la Odin Finder fuori dal corridoio tracciato dall’ordinanza 17/2014?? fig1
-chi doveva vigilare?
-quali rischi per la sicurezza in mare?
-perchè la CP che è dotata di mezzi sicuramente più potenti non è intervenuta?
Attendiamo -conclude No Tap- con ansia che qualcuno dia delle risposte serie.