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Via ai Riti della Settimana Santa, oggi la processione dell’Addolorata

TARANTO- È iniziato il conto alla rovescia in città. Si apriranno, ad ore, i famosi riti della settimana Santa di Taranto, con la processione del giovedì Santo, quella dell’Addolorata. Quella in cui Maria, madre di Gesù, va in cerca del figlio, supportata dai confratelli dell addolorata e seguita da migliaia di persone nel suo dolore. I perdoni porteranno poi  simbolicamente la Vergine di chiesa in chiesa per agevolare il ricongiungimento della Madre con il Figlio.

Processione  considerata anche come il triste presagio di ciò che di lì a poco accadrà. Gli abiti della Madonna rigorosamente neri, le marce funebri suonate  dalle bande, il clima mesto che si respira tra la gente che assiste alla processione, sono i segni tangibili di una morte annunciata. Segni della sofferenza caratterizzano anche le figure dei perdoni. Sono  scalzi. Incappucciati. Vestiti di un camice bianco stretto in vita e ai polsi. Un rosario nero pendente alla destra della veste. Ed il  passo lento, quasi esasperante:  la nazzecata.

È un culto, quello dell addolorata, che risale alla metà del XVIII secolo.  La processione avrà inizio intorno alla mezzanotte, dopo il consueto discorso del vescovo Mons. Filippo Santoro dalla Loggia del Tempio di San Domenico Maggiore. E rientrerà all alba del venerdi santo. Giorno della seconda processione dei riti tarantini, quella dei misteri che partirà alle 17 dalla Chiesa del Carmine e si concluderà all’alba del sabato Santo. Ma tornando al giovedì Santo, nel pomeriggio, intanto, i confratelli del Carmine  saranno in pellegrinaggio verso i sepolcri del borgo. Alle 17:30 nella  Cattedrale San Cataldo sarà celebrata la Messa “In Coena Domini” con la lavanda dei piedi. L’arcivescovo,  ripeterà il gesto di umiltà verso dodici pescatori e giovani della Città Vecchia.

Tutti momenti partecipati dalla città che per il triduo pasquale si riversa in strada affollando ininterrottamente, di giorno come di notte, il centro e la città vecchia per i riti, patrimonio culturale del nostro Paese e simbolo di una fede semplice, che nasce spontanea nel cuore della gente, “perché – lo diceva Giovanni Paolo II –  nel più profondo della religiosità popolare si trova sempre una vera fame del sacro e del divino”

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