VERNOLE- Colpi di pistola nella notte contro l’abitazione dei genitori di Andrea Leo, detto Vernel, in carcere con un carico di accuse , tra cui l’associazione mafiosa. Un attentato a colpi d’arma da fuoco che risveglia un clima di paura e di vendette. Circa 6 i colpi esplosi da lontano, da qualcuno che si sarebbe avventurato nella zona di campagna.
Andrea Leo è in carcere, destinatario di una serie di ordinanze, coinvolto nelle Operazioni Augusta, Tam Tam e Network di Squadra Mobile e Ros, coordinate dall’antimafia. L’ultima il 26 febbraio scorso quando in carcere finirono 43 persone a carico di boss e affiliati della Sacra Corona Unita che gestivano, oltre al traffico della droga, le estorsioni ai danni dei titolari di stabilimenti balneari sul litorale adriatico, da Vernole sino a Melendugno, con un raggio d’azione che comprendeva tutti i comuni limitrofi: Lizzanello, Calimera, Cavallino e lo stesso capoluogo.
Andrea Leo, 43 anni, insieme ad Alessandro Verardi, ora collaboratore di giustizia, è considerato il capo del gruppo. Aveva preso le redini del clan dopo l’arresto di Rizzo.
Solo qualche giorno prima, il 18 febbraio, l’Operazione Tam Tam della Squadra Mobile aveva portato all’arresto di 15 persone che gestivano invece le estorsioni nei lidi balneari del Sud Salento, zona di Ugento, con un sodalizio strettamente collegato al clan dei fratelli Vernel Andrea e Gregorio.
Poco dopo l’Operazione Network fu incendiata l’auto del comandante della stazione dei carabinieri di Vernole , il maresciallo Carmine Schirinzi. Un episodio sul quale si indaga, ma che è stato collegato alla maxi operazione di qualche giorno prima. Un altro episodio, avvenuto sempre nella notte potrebbe essere collegato ai colpi di pistola: l’incendio dell’auto, a Lizzanello, di un personaggio noto alle forze dell’ordine. Sul posto i carabinieri di Lecce per i sopralluoghi .
Mariella Costantini