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Con artisti internazionali a ripulire discariche, così si fa comunità. Video

CASTIGLIONE- Vengono da ogni parte del mondo e sono all’opera da giorni a Castiglione d’Otranto. Le mani nella terra, a tirar via rifiuti abbandonati e ridare civiltà alle campagne attraverso la creazione di orti, muretti a secco, la piantumazione di alberi.  Una riflessione “attiva” sul senso del bene comune, figlia dell’impegno della Free Home Univeristy di Bruxelles e degli attivisti della Casa delle Agriculture Tullia e Gino: ha attirato qui, in questo paese di mille anime, artisti e ricercatori che arrivano dai luoghi più impensati, come Karen, originario dell’Armenia e con una vita a New York.

Lo scambio è alla pari. Si apprende e si insegna l’arte del vivere insieme, del fare comunità, del riappropriarsi della bellezza, come dice Reneé, che viene dall’Iran.

Non c’è età, non c’è invidia, né divisione. È la meraviglia e la consapevolezza di quanto solo lavorando insieme si può cambiare il destino di un luogo. Questo è il patrimonio dei dieci giorni in cui Castiglione accoglie circa sessanta persone, condivide il pane con loro, riflette attorno a un libro e porta avanti quel progetto che rende un esempio questa comunità: la riconversione delle terre incolte con metodi naturali.

Il percorso si concluderà a Pasquetta, quando, dopo la pulizia dei depositi incontrollati di rifiuti, verrà inaugurato il “parco dei frutti minori”: alberi dimenticati e piante per far rigenerare i terreni al posto delle discariche.

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