TORRE LAPILLO- Sono pochi elementi nelle mani degli investigatori alle prese con un delitto di difficile lettura. Sono le ore più importanti, queste, per raccogliere tutti i dati utili per sbrogliare una matassa e giungere alla soluzione del giallo e trovare il responsabile dell’omicidio di Qamil Hyraj, il giovane pastore albanese, ucciso con un colpo di pistola in fronte nelle campagne di Torre Lapillo.
Amici, conoscenti e persone in qualche modo informate sui fatti sono stati ascoltati in queste ore dai carabinieri che si stanno occupando delle indagini. Ogni tassello può rivelarsi importante per chiarire i contorni di una vicenda che ha tutto il sapore di un’esecuzione. Il pastore 23enne è stato freddato con un solo colpo di pistola esploso, pare, a distanza ravvicinata.
Insieme al gregge di cui si prendeva cura per conto di una masseria del posto, aveva raggiunto le campagne di Torre Castiglione. Non poteva certo immaginare di andare incontro alla morte. Non avrebbe apparentemente subito aggressioni fisiche. Tanto, almeno, stando ad una prima ispezione cadaverica eseguita dal medico legale Roberto Vaglio lo stesso che, nelle prossime ore, eseguirà l’autopsia da cui si evincerà il tipo di arma utilizzata per freddare lo sfortunato albanese. Può darsi che Qamil conoscesse il suo carnefice, ma questa è solo un’ipotesi.
Descritto come un giovane tranquillo, dedito al lavoro, senza grilli per la testa, può essere stato ucciso, forse, perchè testimone scomodo di qualcosa di più grande di lui.
Da pochi era rientrato a Torre Lapillo dopo un breve viaggio nel suo paese natale in Albania. A scoprire il suo cadavere è stato il suo datore di lavoro, domenica pomeriggio.
