Cronaca

Omicidio a Torre Lapillo, freddato pastore 23enne

TORRE LAPILLO-  Un colpo di pistola alla fronte. E’ morto sul colpo il giovane Quamil Hyraj, pastore albanese di 23 anni da tempo residente in Italia, vittima di un omicidio avvenuto in provincia di Lecce. A trovarlo riverso a terra, in una pozza di sangue, è stato il titolare della masseria con cui la vittima collaborava.

L’uomo, Angelo Roi, 70enne di Torre Lapillo, ha avvisato dapprima il 118 e a seguire i carabinieri. Ma i soccorsi, seppure tempestivi, sono stati inutili, per il giovane pastore non c’è stato nulla da fare.

Il delitto, che ha il sapore di un agguato, si è consumato nelle campagne alla periferia di Torre Lapillo, in località Torre Castiglione. Il 23enne, stando ad una prima ricostruzione dell’accaduto, aveva raggiunto questa zona di campagna col suo gregge ed il suo inseparabile pastore tedesco, unico testimone di un delitto a cui, in prima battuta, sembra difficile trovare un soluzione.

Forse l’assassino lo attendeva già lì. Non è escluso conoscesse le sue abitudini. Fatto sta che in pochi secondi lo ha affrontato evidentemente vis-à-vis, forse avranno scambiato poche battute e poi il colpo partito dalla pistola, che lo ha raggiunto alla testa.

A scoprire il cadavere dello sfortunato albanese è stato proprio il suo datore di lavoro che, all’ora di pranzo, aveva raggiunto col suo Fiorino la campagna dove era solito far pascolare le pecore. Il corpo ormai senza via di Qamil era a terra, seminascosto dal muro di cinta di una villetta disabitata. L’anziano, alla vista di quella terribile scena, è stato colto da malore.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Campi che, insieme ai colleghi del Reparto Operativo, hanno avviato le indagini. Gli uomini della Scientifica hanno eseguito un accurato sopralluogo, alla ricerca di elementi utili ai fini investigativi e intanto si scava nel passato del giovane albanese, incensurato, descritto dai conoscenti come un tipo tranquillo, dedito al suo lavoro. Da una decina di giorni circa era rientrato a Torre Lapillo, dopo una breve assenza per motivi personali.

Nessuna inimicizia apparente, nessun contrasto di cui si avesse notizia. Il delitto, al momento, è avvolto nel mistero.

Sul posto anche il magistrato di turno, Giuseppe Capoccia ed il comandante provinciale dei carabinieri, col. Nicodemo Macrì.

Il medico legale Roberto Vaglio ha eseguito un primo esame esterno da cui è emersa un’unica certezza: il cadavere non è stato spostato. Ulteriori dettagli potrebbero emergere solo dopo l’autopsia, prevista per martedì.

 

 

 

 

 

 

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