TREPUZZI- Le indagini sono durate tutta la notte e stanno proseguendo a ritmo serrato tra ascolti e decine di perquisizioni tra il campo di Panareo, Trepuzzi e Squinzano. Gli inquirenti, carabinieri del nucleo investigativo di Lecce e della compagnia di Campi Salentina, stanno raccogliendo le prove per incastrare la persona che fermata a Casalabate, è ritenuta l’autore dell’omicidio avvenuto nel cuore della notte a Trepuzzi, nel Gold Bar Music Restaurant. La svolta è arrivata in serata con l’arresto di Fabio Perrone, detto Triglietta, 41 anni di Trepuzzi. Il killer sarebbe proprio lui.
L’uomo, domiciliato a Trepuzzi, era in un’abitazione estiva della marina di Squinzano-Trepuzzi, è stato catturato alle prime luci dell’alba e con se aveva ancora la pistola. I carabinieri sono arrivati a lui dopo una notte di interrogatori serrati e di ascolto dei testimoni. Sarebbe la persona che ha ucciso a sangue freddo Fatim Makovic, 45enne, etnia slava, residente nel campo sosta Panareo.
Un omicidio efferato, premeditato. Sembrerebbe una vendetta, o un regolamento di conti con il sangue. Alla vittima è rimasto poco tempo per comprendere quello che stava accadendo. Alle 2 del mattino, era insieme al figlio 17enne nel bar, uno dei pochi ad essere ancora aperto a quell’ora. È stato inaugurato di recente, si trova in via Kennedy, proprio nel centro del paese. Insieme a lui diverse altre persone, clienti riuniti nel bar, che hanno assistito alla scena e che i carabinieri stanno interrogando, una per una.
L’assassino è entrato armato di una pistola calibro 9, gli ha puntato contro l’arma, probabilmente lo ha inseguito sino al bagno dove il 45enne ha tentato di rifugiarsi. Ha sparato, e poi ha colpito anche il figlio, un ragazzo di appena 17anni. A giudicare dalle ferite riportate da questo, l’assassino voleva uccidere anche lui.
Questa è solo una probabile ricostruzione sulla base della posizione in cui il corpo è stato trovato: nella toilette, rivolto verso il muro. Il figlio, ancora vivo, era nei pressi della porta. Forse ha cercato di inseguire l’assassino, di fermarlo prima che potesse portare a compimento il suo progetto di morte e ci è andato di mezzo anche lui. Il tutto è avvenuto nel giro di pochissimi minuti. L’assassino si è allontanato a piedi ma poco lontano ad attenderlo in auto c’era un complice.
È stata un’ambulanza del 118 a soccorre il ragazzino e a portarlo al Vito Fazzi. Ha le gambe perforate dai proiettili ed una ferita in testa. L’assassino gli ha sparato in faccia: il proiettile è entrato da una guancia e gli è uscito dalla tempia senza toccare il cervello. È un miracolo che sia ancora vivo.
Il corpo della vittima è rimasto invece nel bar sino all’alba, poi la salma e’ stata trasferita nella camera mortuaria del Fazzi a disposizione dell’ autorità giudiziaria. L’autopsia sarà affidata al medico legale Alberto Tortorella sul posto nella notte insieme al magistrato di turno Francesca Miglietta e ai militari della scientifica che hanno contato circa 15 proiettili in tutto.
In ospedale è stato portato e ricoverato anche il 17enne. È in prognosi riservata. Fondamentale sarà la sua testimonianza una volta che si sarà ripreso.
Mariella Costantini