Cronaca

La Regione non paga gli avvocati: rischio stangata da 15 milioni di euro

BARI- Una stangata milionaria si sta lentamente abbattendo sulle casse della Regione Puglia. Impossibile da stimare perché anche le cifre più ottimistiche rischiano di essere del tutto lontane dalla realtà. Sono i compensi agli avvocati esterni in attesa di essere liquidati da anni. La situazione, definita dalla stessa avvocatura regionale critica, è contenuta in una corposa relazione arrivata sul tavolo della giunta regionale.

1500 sono, ad oggi, le parcelle inevase. 1500 compensi che la Regione non ha ancora pagato ma che deve necessariamente pagare. E non è tutto. Perché a questi, si legge nella relazione, si devono aggiungere le parcelle dei legali interni, ai quali devono essere liquidati i compensi professionali previsti dalla contrattazione collettiva, a far data dal 2009, oltre alle centinaia di liquidazioni da disporre in favore degli avvocati del soppresso Settore legale.

E l’ultimo bilancio, del resto, dimostra proprio questo: c’è un ampio scostamento tra gli impegni assunti e i pagamenti effettivamente disposti all’esito del procedimento di liquidazione; i residui passivi del capitolo per gli anni 2012­-2013 risultanti dal bilancio ammontano a circa 3,5 milioni di euro quelli perenti, annualmente confermati nell’impossibilità di procedere alla loro revisione a causa della carenza di organico dell’ufficio liquidazioni, sono di poco inferiori a 13 milioni di euro per gli anni dal 2001 al 2011.

Del resto un calcolo è presto fatto. Se una parcella viene pagata mediamente 10 mila euro, considerato che ci sono quelle con importi minori ma anche decisamente maggiori, 1500 parcelle in attesa di essere pagate fanno qualcosa come 15 milioni di euro. Una cifra, si vedrà, destinata a salire.

Ma capiamo meglio la portata della situazione. Fino al 2011 la Regione ha commissionato tutti gli incarichi ad avvocati esterni. E fino al 97 non era previsto nemmeno un tetto massimo per la parcella. Cioè, ti affido l’incarico e al termine mi dici quanto ti devo. Dal 97 al 2011 poi si decise una cifra fortettaria frutto di una libera trattativa con il legale.

I criteri di affidamento e la quantificazione dei compensi, però, ha portato con sé contestazioni da parte dei legali esterni finiti spessi dinanzi ai giudici, con aggravio ulteriore di spese. Liquidare le parcelle è un compito dello specifico ufficio che però oggi è passato tra 5 a 3 unità con conseguenti rallentamenti e, ancor più grave, non riesce a trovare il bandolo della matassa per la difficoltà di recepire documenti mancanti, di chiarire le posizioni per frequenti irregolarità delle parcelle presentate, ovvero parcelle non conformi alle condizioni di incarico e al valore del compenso. Ci sono casi in cui la parcella da pagare contiene persino l’acconto già liquidato con il rischio, denunciato dalla stessa avvocatura, di pagare due volte lo stesso compenso!

Una situazione sfuggita completamente di mano che è destinata a peggiorare visto che, si legge, è impossibile prevedere quante parcelle arriveranno in futuro a conclusione degli giudizi affidati ad avvocati esterni.

Oggi non si conosce l’ammontare dei compensi pretesi, né quelli già liquidati. né lo stato della singola procedura: il data base utilizzato dalla Segreteria tecnica per la registrazione delle parcelle acquisite al protocollo dell’ente è incompleto e non aggiornato in tempo reale.

Sono già 44 i decreti ingiuntivi da parte dei legali esterni, arrivati solo nel 2013 per il pagamento di competenze prestate. Con un trend in continua crescita. E questo significa che crescerà anche la cifra che la Regione dovrà sborsare.

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