Cronaca

Micorosa, colpo di scena: bonifica non a carico delle società

BRINDISI- Salta, almeno in parte, la bonifica della discarica Micorosa, la bomba ecologica accanto al petrolchimico di Brindisi. Il Tar di Lecce, infatti, con una triplice sentenza, ha annullato ordinanza con cui la Provincia, il 25 marzo scorso, aveva intimato il risanamento della discarica incontrollata di rifiuti pericolosi, dove, fino al 1983, sono stati interrati gli scarti dell’attività del gruppo Montedison, prima che l’area divenisse di proprietà Enichem.

La notizia, un pugno in faccia, arriva nel giorno in cui il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, annuncia entusiasticamente che “si è nelle condizioni di poter avviare a soluzione il gravissimo problema delle bonifiche ambientali all’interno del Sito di Interesse Nazionale ( S.I.N.)”, come detto al termine dell’incontro svoltosi in mattinata a Roma presso il Ministero dell’Ambiente.

“Si parte subito- ha aggiunto il primo cittadino- con la complessa operazione di bonifica dell’area ex Micorosa, che richiederà l’impiego di circa 50 milioni di euro di risorse pubbliche, a cui si aggiungono 20 milioni a carico di Syndial, per poi passare ad interventi altrettanto urgenti per un totale di circa 100 milioni di euro”.

Nel frattempo, è intervenuto il colpo di scena. Il Tar, si diceva, ha accolto i ricorsi della Syndial spa, della Versalis spa e dell’Eni, che delle prime due è controllante. In tribunale era stata trascinata la Provincia di Brindisi, ma si era costituito in giudizio anche il Ministero dell’Ambiente.

L’ordinanza provinciale era stata impugnata sollevando soprattutto due questioni: le società hanno eccepito la loro non responsabilità, in quanto subentrate molto dopo nella proprietà del sito, e la non competenza della Provincia di Brindisi, essendo Micorosa area rientrante nel Sito di interesse nazionale. Per il Tar “è ininfluente la sorte della cessione alla Micorosa srl, poi fallita”, ma ha anche stabilito che “non è ammissibile che il soggetto che ha causato l’inquinamento possa sollevarsi da responsabilità cedendo l’azienda”. In questo caso, i vari passaggi societari seguiti hanno dimostrato la continuità .

Ecco perché la responsabilità è stata riconosciuta per Syndial e Versalis, ma non per Eni, che “non è succeduta ad alcuna delle società e la sua qualità di capogruppo non può costituire valida base per affermare” un coinvolgimento. Ciononostante, neppure in capo alle prime due c’è nulla da fare: essendo area Sin, la bonifica avrebbe dovuto essere disposta dal Ministero e non dalla Provincia, la quale al massimo poteva ordinare l’adozione di misure di emergenza, comunque interinali, ma non permanenti. Ecco perchè il ricorso è stato accolto. E a parte i soldi dello Stato, al momento non ci sarà un euro da poter chiedere a queste tre società, tanto meno i 20 milioni di euro alla Syndial.

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