CronacaEventi

Bodini, la poesia lunga un secolo

LECCE- Le sue “case di calce da cui uscivamo al sole come numeri dalla faccia d’un dado”, le “foglie di Xanti Yaca” sotto le ascelle per cadere ammalati, il vino di Squinzano “emigrante” a Milano.. ma soprattutto il  Sud, quello che “tu non conosci”, il “paese tanto sgradito da doverlo amare”.

Cento anni di Bodini, della sua scrittura, della sua lettura anche del Salento, anche del Mezzogiorno. Nasceva un secolo fa il poeta che più identifica il passato e anche il futuro di Lecce, Vittorio Bodini, tra i più raffinati e originali traduttori e interpreti della letteratura spagnola, tra i più arguti intellettuali meridionali, nel suo rapporto di odio e amore con questa terra, di cui “il Sud ci fu padre e nostra madre l’Europa”.

Lucio Giannone, docente di Letteratura italiana presso l’Università del Salento e tra gli studiosi più esperti di Bodini, ha proposto questo verso come sintesi della sfida di Lecce capitale della cultura 2019. Non solo un omaggio allo scrittore, ma un modo per ritrovare il rapporto con il resto del mondo culturale italiano. Bodini dialogò con molti pilastri del dopoguerra:  con Carmelo Bene che gli affidò una parte nel suo onirico Don Giovanni, con un artista come Enrico Maria Salerno che incise su disco le sue traduzioni da Federico Garcia Lorca,  con Giorgio Strehler che ne scelse la traduzione quando nel 1955 mise in scena “La casa di Bernarda Alba” dello stesso Lorca. Con uno scrittore come Italo Calvino che ne fu editor; riconoscimenti giunti anche da Salvatore Quasimodo che lo incluse nella sua antologia della poesia italiana nel dopoguerra.

Indissolubile il suo rapporto con la Spagna,  “una seconda Patria, forse la prima”: proprio  la traduzione (1957) del Don Chisciotte di Cervantes è considerata il suo  capolavoro .

È con le celebrazioni a Castelnuovo di Porto, a Roma, che si apre l’anno bodiniano. Gli omaggi proseguiranno anche a Lecce e a Otranto, con la regata del 12 gennaio. Singolare il ricordo che ripercorre la città di Brindisi, grazie al “Manifesto per la cultura diecieventotto” , che ha deciso di diffondere la sua poesia “Brindisi”, pubblicata nel 1956 nella raccolta Dopo la Luna, sugli autobus urbani ed extraurbani della città. Un omaggio sincero. Per non dimenticare.

Articoli correlati

‘Promessi Sposi’, 1.000 modi per dire sì

Redazione

Estate e lavoro sommerso: scoperti 18 irregolari

Redazione

Lecce, ha aperto il mondo incantato di Magicò

Redazione

Torna ad Acaya il corteo storico

Redazione

Buona scuola, Emiliano: parleremo con Sindacati e Direzione scolastica

Redazione

Perrone: “Finchè sarò sindaco di questa città la Lupiae avrà vita”

Redazione