Cronaca

Corruzione nelle Asl, la strada della trasparenza è ancora lunga

LECCE- Per migliorare il proprio punteggio c’è tempo fino al 31 gennaio 2014. Poco più di un mese, dunque, per dimostrare che la corruzione non vive nella sanità. Il punto è che al momento i dati non sono affatto incoraggianti. Solo la metà delle aziende sanitarie pugliesi ha raggiunto un grado sufficiente di trasparenza. Solo sei di queste, ad un anno dall’entrata in vigore della legge che lo impone, hanno nominato il responsabile anticorruzione.
Nessuna però delle Asl del Salento ha varato il piano triennale anticorruzione, necessario anche per non incappare nelle inchieste che hanno travolto e continuano a travolgere la sanità di casa nostra. L’ultimo degli episodi quello di Brindisi, il precedente quello di Bari che ha terremotato l’intero settore dai vertici politici a quelli aziendali. La corruzione ha assorbito nell’ultimo biennio un miliardo e mezzo di euro, l’equivalente per la costruzione di cinque ospedali modello.

Fatto sta che la fotografia tracciata dall’associazione Libera di Don Ciotti non è incoraggiante. Come si vede dalla mappa in Puglia il 53% delle Asl supera la sufficienza.

I criteri necessari per aggiudicare i punteggi sono: la trasparenza dei vertici dell’organo di indirizzo politico che pesa per il 33% del totale e significa rendere noto nome curriculum atto di nomina e compensi dei direttori generale, amministrativo e sanitario. Il secondo criterio riguarda la nomina del responsabile anticorruzione. Oltre al fatto di doverlo nominare è necessario anche in questo caso condividere nome, curriculum atto di nomina e compenso. L’ultimo è l’approvazione del piano triennale anticorruzione. Importante per il 34% del totale.

Accanto a queste informazioni vengono forniti altri dati che non sono conteggiati nel punteggio, ma che servono a completare il quadro (come ad esempio il Piano della Trasparenza).

Rapportando quanto appena elencato alle aziende sanitarie del Salento, notiamo che la più trasparente è la Asl di Lecce che supera la boa del 50% e arriva a toccare il 67% mettendo a disposizione tutto tranne i piani anticorruzione e trasparenza.

Segue la Asl di Taranto che si ferma esattamente a metà strada. 50% non condividendo però gli atti di nomina dei vertici e non approvando i piani. 

Ultima la Asl di Brindisi che non supera il 44% perché oltre a non aver predisposto i piani, risulta carente di atti di nomina e curriculum dei direttori e del responsabile.

Dunque al netto di queste informazioni si è giunti a stabilire che in Puglia e nel Salento la strada della trasparenza è stata asfaltata per metà.

La petizione di libera è ancora aperta. Si può aderire per chiedere che la sanità sia trasparente al 100%.

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