Politica

NCD, Ferrarese chiarisce con Mazzotta e corregge il tiro: “Ci adegueremo”

LECCE-  I nodi del Nuovo Centrodestra cominciano a venire al pettine: risolta la vicenda del posizionamento nelle amministrazioni locali, bisognerà affrontare la questione della leadership. Ferrarese e Mazzotta hanno chiarito, in diretta telefonica, le loro posizioni. L’ex presidente della provincia di Brindisi ha ripetuto il concetto delle larghe intese, ribadendo che Alfano era al corrente del fatto che in alcune amministrazioni si governa con il Pd, ma che per il futuro è disponibile a seguire la linea del partito. Una linea che il sindaco di Carmiano ripete al telefono: “Non pretendiamo di far saltare le amministrazioni in cui si governa con la sinistra, ma in futuro bisogna capire che siamo alternativi al centrosinistra e che un accordo con il Pd non è pensabile nemmeno in una piccola amministrazione”. Per il Nuovo Centrodestra arriverà anche l’ora di definire le leadership: sicuramente, mister 19 mila voti, massimo Cassano sarà il riferimento per la Puglia. A Brindisi ci sarà Ferrarese, mentre a Lecce Caroppo e Mazzotta potrebbero instaurare una diarchia. Saranno le adesioni a fare la differenza: l’ex presidente della provincia di Brindisi continua a portare amministratori nel partito. Chi avrà truppe più numerose vincerà. In regione nelle prossime ore sarà ufficializzata la nomina di Maurizio Friolo a capogruppo del Nuovo Centrodestra. Il 7 dicembre, a Roma, verrà presentato il simbolo e lo statuto: solo allora si capirà come verranno individuate le leadership

Forza Italia, intanto, continua a organizzarsi sul territorio, ma senza particolari novità dal punto di vista organizzativo. Per ora, nel Salento, è solo un cambio di sigla: gli uomini sono sempre gli stessi, ma si punta al coinvolgimento di nuove forze. Sulla leadership non esistono dubbi: Raffaele Fitto resta il punto di riferimento imprescindibile. Sabato si svolgeranno le conferenze stampa in tutta Italia, e quindi anche nel Salento, per spiegare agli elettori la linea sulla legge di stabilità e la decisione di abbandonare la maggioranza.

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