Cronaca

“Legge antidiossina accordata con Ilva?”, indagini della Finanza

TARANTO- «La concertazione relativa alla “Legge regionale sulla diossina”, cui spesso faceva riferimento Archinà, poteva essere riassunta,  nel cosiddetto “modello Ilva” tanto caro al presidente Vendola che ne era stato uno dei principali registi – sicuramente assieme all’Archinà -, tanto da volerlo esportare in toto anche alle altre realtà industriali pugliesi».

È uno stralcio del  testo della informativa della gdf di Taranto sulla indagine per disastro ambientale a carico dell’ Ilva di Taranto. Uno stralcio che descrive i rapporti avuti tra Ilva e Regione Puglia e che attesterebbe come la legge sulla diossina , varata dalla Regione nel 2008 e, più volte citata come esempio di rigore ambientale dal governatore Nichi Vendola,  fu concordata con l’azienda.  Vendola, è ormai noto a tutti, è  tra i 53 indagati nell’ambito dell inchiesta ambiente svenduto. L’accusa per il governatore pugliese è di  concussione in concorso con  Fabio Riva, Franco Perli, Luigi Cappogrosso e Girolamo Archinà.

Secondo i militari delle Fiamme Gialle « la Regione Puglia, invece di imporre misure urgenti atte a monitorare in continuo le emissioni dell’Ilva, di concerto con i suoi vertici cerca di ricorrere a degli escamotage, quali l’attivazione del “tavolo tecnico” con i quali far prendere tempo all’industria nella realizzazione delle strutture di monitoraggio in continuo delle emissione e, dall’altra parte, consente di salvaguardare la Regione Puglia che non apparirà inoperosa agli occhi dell’opinione pubblica sul fronte ambientale».

E ancora  in altri stralci  dell’informativa e delle intercettazioni emerge la condivisione di intenti tra Ilva e Regione: «Ognuno fa la sua parte – dice Vendola ad Archinà, nel 2010 – e dobbiamo però sapere che  a prescindere da tutti i procedimenti, le cose, le iniziative, l’Ilva è una realtà produttiva cui non possiamo rinunciare, e quindi diciamo, fermo restando tutto, dobbiamo vederci, dobbiamo ridare garanzie. volevo dirglielo  – conclude Vendola parlando con Archinà – perché poteva chiamare Riva  e dirgli che il presidente non si è defilato”.

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