MESAGNE- Da buon vicino di casa, all’amico gioielliere, aveva raccontato di essere a conoscenza di un piano ordito chissà da chi per rapirlo, ma anche rapinare la sua attività. Una soffiata meritevole di un “REGALO” la prima volta. Ma, alla seconda, il gioielliere ha perso la pazienza e si è rivolto ai carabinieri che hanno quindi tratto in arresto il vicino dalla lingua lunga.
Ed evidentemente anche biforcuta. Dato che Antonio Ciracì, 51enne originario di Latiano ma residente a Mesagne, in manette c’è finito con l’accusa di tentata estorsione aggravata. Essì, perché secondo i militari del nucleo investigativo del comando provinciale di Brindisi, Ciracì aveva inventato di sana pianta tanto la rapina quanto il rapimento che sarebbero, piuttosto, minacce di natura estorsiva ideate per spillare un po’ di quattrini al povero gioielliere.
Alla prima “soffiata”, il commerciante avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco, ringraziando Ciracì e ricompensandolo adeguatamente. “Non è vero, ma se è vero…” deve essersi detto tra sé e se il gioielliere che, piuttosto che finire vittima di rapina ha preferito accontentare il suo vicino di casa, che aveva anche assicurato la sua “protezione”.
La seconda richiesta, però, non avuto altrettanto fortuna. Nuovamente informato di essere l’oggetto delle mire di misteriosi criminali, il commerciante si è rivolto ai carabinieri che, dopo una scrupolosa attività di indagine, hanno colto Ciracì con le mani nel sacco. Ovvero, all’appuntamento fissato con il commerciante che, fingendosi nuovamente pronto a pagare la protezione, ha consegnato la somma in denaro pattuita.
Solo al quel punto, i militari sono usciti allo scoperto, ammanettando Ciracì che, dopo le formalità di rito, è stato condotto presso il carcere di via a Appia. Una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che denunciare conviene. Sempre e comunque.