Cronaca

Bufera Università, Miccolis: “Io e il rettore dovevamo fare pulizia”

LECCE  –  “Io e il rettore volevamo fare pulizia”. Questo avrebbe detto, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Emilio Miccolis, l’ex direttore generale dell’Università del Salento, finito ai domiciliari con l’accusa di tentata concussione.

Per circa due ore, al quarto piano del palazzo di giustizia, il dirigente ha risposto alle domande del giudice delle indagini preliminari Antonia Martalò e del sostituto procuratore Paola Guglielmi spiegando – almeno da quanto è trapelato – che l’intenzione fosse quella di tutelare i seicento dipendenti dell’Università. I contrasti tra il management universitario e i sindacati andavano avanti da almeno quindici anni. Ma l’indagato, con i sindacalisti, si sarebbe sempre espresso con toni scherzosi e colloquiali. Dei singoli incontri, durante i quali i colloqui dello scandalo sono stati registrati da Manfredi De Pascalis e Tiziano Margiotta, il rettore Domenico Laforgia non avrebbe saputo nulla. Una tesi, questa, contestata dall’accusa sulla base di alcune intercettazioni telefoniche, ancora al vaglio degli investigatori.

Al termine dell’interrogatorio, i legali di Miccolis, gli avvocati Daniele Montinaro e Viola Messa, hanno chiesto la revoca della misura disposta dal gip, sicuri del fatto che siano venute meno le esigenze cautelari. Miccolis, dirigente dell’Università di Bari, in forze nella sede brindisina, non svolgerebbe più le mansioni di sua competenza nell’Ateneo della città barocca. Ma sulla richiesta, la Procura ha già fornito parere negativo.

La decisione del giudice è attesa nelle prossime ore.

Proseguono intanto le consulenze su computer e cellulare dell’indagato, che il pm ha affidato all’ingegnere Luigina Quarta, e le indagini sugli atri filoni d’inchiesta. Quello che vede indagato il rettore con l’accusa di abuso d’ufficio sulla base dell’esposto presentato dal professor Luigi Melica, ordinario di Diritto costituzionale della facoltà di Giurisprudenza, che ha denunciato presunte pressioni del Magnifico sulle commissioni interne al senato accademico, finalizzate a suggerire gli indirizzi di voto dei componenti. E quello, al momento contro ignoti, in cui si ipotizza un presunto conflitto tra gli interessi pubblici e quelli privati del numero uno dell’Ateneo salentino. 

A cura di Monica Serra

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