Cronaca

Cippone verso i domiciliari, fa piena luce sul duplice omicidio

CAMPI SALENTINA (LE)  – Un’ampia confessione, una ricostruzione credibile ed esauriente dell’omicidio di Greco e Marino. Francesco Cippone, il super testimone dell’omicidio dei due amici di Campi e S.Donaci arrestato una settimana fa, collabora con gli inquirenti e guadagna la fiducia del pubblico ministero che propone per lui gli arresti domiciliari.

Davanti al sostituto procuratore Capoccia, Francesco Cippone, assistito dall’avv. Paolo Maci, ha raccontato nuovamente la sua verità. Durante un interrogatorio durato 4 ore, Cippone ha ricostruito dettagliatamente le terribili sequenze del duplice omicidio e il movente: l’assassino riteneva che Marino, una delle vittime, non si fosse limitato solo a delle avances nei confronti della sua compagna, ma avesse intrapreso con lei una relazione. Perrino aveva più volte manifestato l’intenzione di dargli una lezione. Tra i due anche contrasti legati all’acquisto di un disturbatore per allarmi di automobili, acquistato in società.

Scioccanti le sequenze dell’omicidio ricostruite da Cippone sulla base del racconto concitato di Perrino subito dopo il delitto: l’assassino avrebbe sparato ai due mentre erano di spalle, e poi avrebbe finito Greco, che ancora non era morto. Aveva scorto, in lontananza, dei contadini intenti a bruciare gramaglie di alberi e aveva paura che potessero udire altri spari.

Solo dopo, Cippone inizia ad avere un ruolo nella vicenda: prende Perrino dal luogo del delitto, lo accompagna a bruciare la Lancia Lybra di Marino, lo riporta nella villa sulla Campi-S.Donaci dove Perrino ricopre i cadaveri con un telo in nylon, per metterli al riparo dai 5 cani che scorazzavano nel giardino della villa.

Solo dopo sarebbero intervenuti il Tasco e l’Occhineri, che avrebbero invece partecipato attivamente al trasferimento dei corpi nella cisterna. Tutti insieme avrebbero poi concordato una versione di comodo da fornire agli inquirenti.

L’ampia confessione fornita dal Cippone insieme ad una ricostruzione ampiamente credibile e coerente dei fatti ha portato il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia a richiedere l’attenuazione delle esigenze cautelari ed esprimere parere positivo sulla detenzione domiciliare.

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