BRINDISI – Il 10 giugno 2010 Cosimo Manfreda moriva travolto dall’esplosione di un serbatoio della Sanofi Aventis di Brindisi. Sono trascorsi tre anni da quel giorno. Un tempo troppo piccolo per i familiari che provano ad esorcizzare il dolore ricordando quel ragazzone di 45 anni, figlio, padre, marito e fratello, morto sul posto di lavoro.
“Devo fare una cosa per Mino”, ha sussurrato questa mattina Antonella, la sorella minore, ancor prima di recarsi al cimitero. Senza aggiungere altro, ha salutato la madre e con una buona dose di coraggio ha raccontato la sua storia, una storia in cui purtroppo si riconoscono tanti italiani.
Cosimo era un operaio della ditta Cof srl: in una calda mattina di giugno lavorava in cima a un serbatoio dello stabilimento farmaceutico, esploso per la presenza di ammoniaca.
Un incidente in cui rimasero feriti altri quattro operai e che ha portato all’iscrizione di tre persone sul registro degli indagati. La magistratura farà il suo corso, intanto l’auspicio di Antonella è che il sacrificio del fratello possa servire a scongiurare altre tragedie.