LECCE – Un rebus non semplice da risolvere quello del reggente in casa PD. La situazione in cui versa il partito provinciale non è delle migliori, motivo per il quale anche lo stesso Antonio Maniglio, nome fuoriuscito dall’assemblea in cui rassegnò per incompatibilità le dimissioni dalla Segreteria, Salvatore Capone, è stato molto critico.
Sin da subito, il Consigliere regionale si è detto non disponibile a traghettare il partito al Congresso autunnale, troppi problemi, troppe fazioni che non fanno bene all’unità del PD.
E dopo un giro di nomi e picche ricevute, i vertici del partito tornano in pressing sul Consigliere regionale. I democratici insistono sul nome di Maniglio da utilizzare come traghettatore: “Serve una figura che non abbia ambizioni per il dopo”.
E’ questa la confidenza che fanno alcune gole profonde del PD: il Consigliere regionale di Squinzano non si ricandiderà alle prossime regionali e potrà godersi la pensione, dopo tre mandati.
Nella Segreteria democratica, sono convinti che Maniglio potrebbe dare equilibrio a un dibattito congressuale che rischia di infiammarsi: troppe conflittualità, come si è visto nelle assemblee.
IL PD salentino tornerà a riunirsi lunedì prossimo: intanto Maritati, Blasi e Durante stanno discutendo sul reggente che dovrà sostituire Salvatore Capone, decaduto dalla carica di Segretario provinciale dopo la sua elezione al Parlamento.
