BRINDISI – Mistero risolto, e il carbone, come già ipotizzato, non c’entra nulla. La polvere nera piovuta lo scorso 24 febbraio sul Salento era composta da ceneri provenienti dall’Etna. A dissipare ogni dubbio e ogni nube, sono gli studenti dell’ITIS ‘De Giorgi’, che hanno indagato sulla composizione della misteriosa polvere.
Un gruppo di lavoro dell’Istituto, coadiuvato dai docenti di Scienze della Terra e di Chimica, hanno effettuato un’attenta analisi su alcuni campioni della sostanza piovuta, all’interno della quale sono state ritrovate tracce di una miscela molto fine di rocce vulcaniche polverizzate, ovvero di pietra pomice.
Tanto è bastato per inchiodare il vulcano siciliano e la sua ripresa attività, le cui polveri, probabilmente a causa del vento, sono poi arrivate qui in Salento.
In quantità, occorre dirlo, molto lievi e pertanto, non dannose per la salute. Possono tirare un sospiro di sollievo i complottisti che, dopo essersi ritrovati i balconi e le auto ricoperte dalla misteriosa cenere, avevano individuato nella Centrale di Cerano il colpevole del fenomeno.
Ma l’ENEL, almeno questa volta, non c’entra proprio niente.