LECCE – Legambiente e Italia Nostra si sono costituite parte civile contro i 130 imputati, coinvolti nel processo sul mega villaggio Punta Grossa, sotto sigilli dal 15 novembre scorso. Un resort in odor di abusivismo edilizio da 50 milioni di euro.
Il processo, avviato davanti al Giudice Monocratico del Tribunale di Lecce, il 15 aprile si trasferirà a Lecce, davanti al Giudice Roberto Tanisi.
Il decreto di giudizio immediato, per tutti gli imputati, che hanno quindi saltato l’udienza preliminare, fu emesso su richiesta del Sostituto Procuratore Antonio Negro. Tra loro c’è innanzitutto l’ex Sindaco, Luigi Fanizza – primo cittadino dal 2001 al 2006 – il legale rappresentante delle due società FGCI srl e Punta Grossa srl, Fernando Iaconisi, e poi alcuni funzionari dell’Ufficio Tecnico comunale e della Regione Puglia.
Stralciata invece già in fase di chiusura indagini, la posizione di Vito Foscarini anche lui ex sindaco, risultato estraneo ai fatti.
La lottizzazione abusiva a scopo edilizio sarebbe avvenuta su aree protette da vincoli ambientali e paesaggistici, senza le necessarie autorizzazioni ambientali.
Il Consiglio comunale di Porto Cesareo dell’epoca avrebbe approvato una variante urbanistica al Piano Regolatore Generale, attribuendo ai terreni in questione, ad uso agricolo, specifica destinazione turistico-alberghiera.
Su quei terreni, però, sono state realizzate prevalentemente abitazioni per le vacanze cedute attraverso una complessa operazione di riorganizzazione societaria, non essendo stato possibile procedere a una formale compravendita di beni, a causa degli innumerevoli illeciti che sarebbero stati commessi.