Cronaca

Irregolarità edilizie, sigilli alla centrale a biogas

CARMIANO (LE)   –   Tre colate di cemento e uno scavo dal diametro di 30 metri. Finisce sotto sequestro lo scheletro di quella che dovrebbe diventare la centrale a biogas nelle campagne tra Novoli e Carmiano.

Ricade nel territorio di quest’ultimo Comune, in località ‘Sali Rossi’.

L’intero cantiere è finito nel mirino del nucleo investigativo NIPAF del Corpo Forestale dello Stato di Lecce. L’irregolarità contestata riguarda la totale assenza di autorizzazioni. La società committente, la Società Agricola Prospettiva in Fitoenergy srl, brindisina, ha intenzione di costruire qui un impianto cogenerativo per recuperare il calore attraverso il biogas, un impianto, insomma, che produce in maniera combinata e non separata  elettricità e  calore.

Per avviare i lavori la società aveva presentato una DIA, una Dichiarazione di Inizio Attività, nel novembre 2011.

Su disposizione  del Comune e della ASL, però, ha dovuto rimodulare il progetto, per aumentare la distanza dai centri abitati, in particolare da quello di Novoli. La centrale a biogas è stata spostata così di 250 metri rispetto all’area iniziale e per era stato richiesto il via libera. Nuovo luogo, nuova particella catastale.

Dunque, sarebbe stata necessaria una nuova autorizzazione. Che non c’è stata. Poichè l’impianto è, per un pelo, della potenza di meno di un megawatt, vale a dire 999 kw, avrebbe dovuto essere richiesti l’autorizzazione unica regionale e il relativo permesso a costruire. Per gli uomini della forestale, non c’è stato niente di tutto questo. E la mancanza dei previsti titoli abilitativi in materia urbanistico edilizia ha portato ai sigilli.

Sono stati apposti su un terreno che misura complessivamente 2.000 mq, sulle tre piattaforme circolari in calcestruzzo del diametro di 18 m ciascuna. Avrebbero dovuto essere queste le basi di grossi silos alti 15 m e utilizzati come biodigestori, vale a dire come serbatoi che avrebbero dovuto non bruciare ma digerire, come se fossero lo stomaco di una persona, il materiale di scarto utilizzato dall’impianto e il cui trattamento avrebbe consentito la produzione di biogas.

Il sequestro riguarda, inoltre, anche lo scavo circolare di 30 metri di diametro, nel quale avrebbe dovuto trovare posto la vasca, alta 6 metri, per la raccolta dei reflui.

 

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