TUGLIE (LE) – Reati fiscali, bancarotta fraudolenta, truffa aggravata ai danni dello Stato. Accuse delle quali dovranno rispondere 4 persone, i vertici aziendali di una società a responsabilità limitata, con sede legale a Tuglie impegnata nel settore della stampa e grafica pubblicitaria che avrebbero raggiro la normativa che disciplina le modalità di assunzione del personale proveniente dalle liste di mobilità intascando in questo modo gli incentivi contributivi previsti.
La scoperta del raggiro, dopo lunghe indagini da parte della Guardia di Finanza di Gallipoli, ha portato al sequestro preventivo per equivalente disposto dal GIP di una lussuosa villa a Sannicola e di un conto per un valore di 500.000 euro di proprietà dell’imprenditore.
I 4 soggetti coinvolti, residenti nei Comuni di Tuglie e Parabita avrebbero truffato lo Stato per circa 630.000 euro.
Il meccanismo è semplice: la società licenzia e mette in mobilità 54 dipendenti, poi li riassume quasi tutti in un’altra società costituita ad hoc. Società diverse, ma di fatto con le stesse persone: gli assetti proprietari sostanzialmente coincidono con la prima impresa, mentre all’INPS viene richiesta la trasformazione di rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, al fine di poter chiedere un riconoscimento del contributo mensile, pari al 50% dell’indennità di mobilità spettante ai lavoratori iscritti nelle liste.
Non solo: l’imprenditore avrebbe, inoltre, operato un conguaglio indebitamente di somme riconducibili al recupero di TFR dal Fondo di Tesoreria mai corrisposte ai dipendenti.
Ma le indagini hanno accertato anche la bancarotta fraudolenta dopo un fallimento della società dichiarato nel 2010 che ha portato ad una distrazione di cassa e di beni patrimoniali per circa 1.350.000 euro, oltre all’utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti per circa 300.000 euro.