TARANTO – Arresti flash della Polizia grazie ad una segnalazione al 113. Dovranno rispondere di tentata rapina, sequestro di persona, lesioni e ricettazione, Antonio Marilli 35enne, Antonio Dolmo 43enne e Luciano Presicci di 41 anni.
E’ successo tutto in pochissimi minuti.
Sono arrivati davanti alla gioielleria ‘Cantone’ in via Mazzini all’orario di aperura, alle 8.30. In due, i volti coperti, hanno assalito alle spalle il titolare 69enne mentre alzava la saracinesca del negozio e lo hanno spinto con violenza all’interno del locale. Dopo è giunto il terzo complice.
Hanno immobilizzato il commerciante legandolo ad una sedia e sotto la minaccia di una pistola, gli hanno intimato di aprire le casseforti per ripulirle. Una scena spaventosa che ha terrorizzato il povero gioielliere, ma tutto è stato visto da un passante che non è rimasto indifferente ma ha immediatamente composto il 113 e sul posto è piombata la Polizia.
6 uomini della Squadra Volante di Taranto coordinata da Carla Durante e delle Pattuglie Prevenzione Crimine di Bari al comando di Ida Tammaccaro. Gli agenti sono arrivati proprio mentre si consumava il colpo. Hanno bloccato i tre banditi e li hanno abilmente disarmati e dichiarati in arresto. L’azione è stata così fulminea da non lasciare quasi neppure il tempo ad aggressori e vittima di rendersi conto di quanto stesse avvenendo.
Dopo è stata recuperata anche l’auto utilizzata per quella che si è trasformata in una tentata rapina. Una Fiat Punto, rintracciata in via Pio XI e risultata rubata mercoledì con denuncia sporta giovedì da parte del titolare, un operaio dell’Ilva.
Sequestrato e restituito il mezzo. Sequestrato anche tutto il kit utilizzato per il colpo. I passamontagna, i guanti, due borsoni e la pistola, una scacciacani. Soccorso, infine, il gioielliere che se la caverà con 5 giorni di prognosi per lesioni al volto. Tumefatto dalla stretta violenta che non gli ha lasciato possibilità di chiedere aiuto.
Ma i tre tutti tarantini, della Salinella, Città Vecchia e Zona Borgo, due dei quali con precedenti per reati contro il patrimonio, sono finiti dietro le sbarre del carcere di Taranto. Un intervento flash. E tutto grazie alla semplice chiamata al 113 di un cittadino che – spiega la Polizia – ha dato uno schiaffo a quella mentalità che tante, troppe volte fa dire, “mi faccio gli affari miei” alimentando però la delinquenza.