TARANTO – Non uno, non due, ma ben 650 casi di truffa all’Inps per altrettante denunce in tutta la provincia ionica. 650 persone che hanno intascato pensioni di accompagnamento falsificando documenti o addirittura non presentandone proprio.
30mila i casi esaminati dalla Guardia di Finanza di Taranto per 3 mesi di indagine, da luglio a settembre. E i risultati, evidentemente, non sono mancati. Una sfilza di denunce per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
I 650 pazienti truffaldini si sono messi in tasca, complessivamente 1 milione e 100mila euro di soldi pubblici.
Gli uomini del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle, coordinati dal Comandante Giuseppe Micelli, hanno acquisito i dati della Asl e dell’Inps e li hanno incrociati. Dal confronto la scoperta delle violazioni alla legge 18/1980 sulle indennità di accompagnamento in caso di ricoveri presso strutture sanitarie di riabilitazione o lungodegenza a totale carico dello Stato o altro ente pubblico, per periodi superiori a 30 giorni.
Necessità che i pazienti dovrebbero comunicare all’ente entro il 31 marzo di ogni anno, in riferimento alle cure ricevute l’anno precedente. Proprio qui l’inghippo. Infatti, tale documento nei 650 casi è stato falsificato o non inviato all’Inps, prolungando così il periodo di necessità di ricovero presso le strutture.
Ricoveri che richiedono una certa spesa, finita sui conti pubblici. Ricoveri però non necessari. E soldi spesi per tutt’altro che la salute, da centinaia di truffatori sparsi per la provincia. Si è già attivata l’Inps per recuperare la somma.
Abbiamo detto e lo ripetiamo, un milione e 100mila euro di soldi pubblici.