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Incontri e cultura. Riapre il ‘Casello della Cupa’

CARMIANO (LE) – Da  quando Pino Sansò, il ferroviere se ne è andato in pensione, sono cresciuti i rovi e le erbacce in questo casello alle porte di Carmiano. Dieci lunghi anni di dimenticanza, rispolverati, tassello dopo tassello, dai ragazzi del ‘Laboratorio Sociale 38’.

Nove mesi di lavori che hanno restituito un gioiellino, quello che da oggi tornerà ad essere il ‘Casello della Cupa’.

Daniele e gli altri si sono improvvisati carpentieri, imbianchini, falegnami, giardinieri. A proprie spese, hanno recuperato infissi, caminetti, bagni, cucina, due piani pronti ad accogliere l’angolo ristoro, quello del focolare, la sala conferenze, l’ala dedicata allo studio e ad una piccola foresteria.

Intorno, un delizioso cortile, con il pozzo, la fontana, il forno a legna. È in questa struttura, nata tra gli anni ’10 e ’20 del secolo scorso, che da settembre verranno trasferite le attività avviate cinque anni fa a Carmiano grazie al bando ‘Bollenti Spiriti’ della Regione Puglia, che ha finanziato i corsi seguiti da oltre un centinaio di persone, per l’utilizzo di strumenti musicali, dalla chitarra al basso al tamburello, oltre a quelli di recupero degli antichi mestieri, dalla produzione di ceramica all’impagliatura, fino agli scambi culturali con i migranti che hanno preso dimora qui, bulgari, albanesi, marocchini, senegalesi.

Qui, nel ‘Casello della Cupa’, hanno portato tutta la loro esperienza e la loro buona volontà, che animeranno questo luogo per i prossimi 9 anni, secondo il contratto d’affitto stipulato con le Fse. Questo di Carmiano è, infatti, il 7° punto di sosta recuperato e aperto al pubblico, facente parte della rete dei 250 caselli esistenti, di cui 150 già dati in comodato d’uso e che si snodano lungo i 217 km di linea ferrata solo in provincia di Lecce.

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