TARANTO – Accelerare ogni possibile intervento istituzionale e politico per evitare che nei prossimi giorni, forse già a metà settimana, il Gip dell’inchiesta sull’Ilva di Taranto Patrizia Todisco possa – su richiesta del pool della Procura – ordinare il sequestro degli impianti del siderurgico a conclusione dell‘inchiesta sul disastro ambientale. Cinque le persone indagate ai vertici aziendali.
E’ l’obiettivo che si sono dati a Roma Governo nazionale, Regione e gli enti locali di Taranto per evitare che lo stop giudiziario all’Ilva possa provocare la messa in libertà di almeno 5mila dei quasi 12mila dipendenti della fabbrica di Taranto. Scenario, questo, tutt’altro che remoto. Anzi. Possibilità concretamente evocata dai sindacati in una serie di ‘sos’ alle istituzioni.
Il percorso messo a punto prevede tre livelli. Un primo livello chiama in causa Roma dove il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, ha convocato dopo quello di venerdì scorso un secondo vertice tecnico per il 18 luglio. Obiettivo: mettere a punto un documento sulla bonifica ambientale dell’area di Taranto, individuando tempi operativi ma soprattutto risorse e loro provenienza. Sarebbe stata già individuata una prima dote di 300 milioni tra fondi statali e regionali. Una volta varato il documento tecnico, questo passerà il 19 sempre a Roma, all’esame di un vertice politico-istituzionale con lo stesso Clini, i Ministri Corrado Passera (Sviluppo), Fabrizio Barca (Coesione territoriale) e il Governatore pugliese Nichi Vendola.
Il secondo livello in Regione. In via Capruzzi, invece, è convocata la Commissione regionale Ambiente per l’approvazione della nuova proposta di legge regionale. Un testo che introduce la valutazione di impatto sanitario sulle aziende e sulle produzioni industriali inquinanti, limitandone le emissioni. E’ una proposta pensata proprio per la situazione di Taranto che nei giorni scorsi il Ministero di Clini ha esaminato, corretto nei punti che avrebbero potuto sollevare obiezioni di costituzionalità e quindi rinviato alla Regione. L’assise barese, si appresta a riportarla in Commissione Ambiente e successivamente in aula per farla diventare legge regionale già nella seduta del 17 luglio con un voto bipartisan.
Infine il terzo livello: a Taranto. Vendola ha già contattato il Sindaco Ezio Stefàno, perchè Regione e Comune lavorino alla definizione di un patto per la città che abbia al centro la rigenerazione urbana e lo sviluppo sostenibile. Non esiste, ovviamente, alcuna certezza che l’infittirsi di una serie di azioni sul versante della tutela ambientale possa far eventualmente soprassedere la Magistratura dall’adottare un sequestro nei confronti dell’Ilva, ma i segnali che in questi giorni stanno provando a dare le istituzioni sul ‘caso Taranto’ vanno tutti nella stessa direzione.
Posizione di attesa, infine, da parte dell’Ilva. Il neo Presidente Bruno Ferrante, ex Prefetto di Milano, ha ribadito: “Rispetto per la Magistratura”, ma ha anche aggiunto che non è possibile dire nulla su cosa farà l’azienda. “Se ci sarà un provvedimento – ha concluso – bisognerà prima leggerlo, capirlo e valutarlo”.