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Istat, fiori d’arancio fuori moda nel Salento. A Monteroni il primo contratto di convivenza

LECCE-Lo dicono i dati provvisori del primo semestre 2016: più fedi al dito in tutta Italia, precisamente 3.645 celebrazioni in più rispetto allo stesso periodo del 2015. A giurarsi amore eterno in pole position i piemontesi e i siculi, a viaggiare in solitaria invece tra gli altri proprio i Salentini.

Nel tacco d’Italia i fiori d’arancio, secondo le statistiche istat, sembrerebbero essere passati di moda. Non è forse un caso che confetti e lunghi pranzi già a Monteroni, primo caso nel Salento, abbiano ceduto il passo al contratto di convivenza.Si tratta di una delle prime applicazioni a livello nazionale, la prima in assoluto nella provincia di Lecce, della “Legge Cirinnà” (legge 76/2016) entrata in vigore nello scorso giugno, appena cinque mesi fa. La seconda parte della norma, infatti, passata piuttosto in sordina, disciplina le convivenze di fatto anche tra uomo e donna.

La legge in questione estende al convivente alcuni diritti e poteri sinora prerogativa dei soli coniugi: come, per esempio, il diritto di visita in ospedale o in carcere, di assistenza e di accesso alle informazioni personali in caso di malattia o di ricovero del partner. E ancora, in caso di decesso, il diritto di decidere per quanto riguarda la donazione di organi o il risarcimento del danno in caso di morte del convivente dovuto ad un fatto illecito. I due partner possono poi adottare il regime patrimoniale della comunione dei beni. Il “contratto” può essere stipulato in poche ore.

E con la stessa celerità può essere rescisso. Per regolamentare questo tipo di unione basta sottoscrivere l’unione alla presenza di un notaio o di un avvocato e poi inoltrare l’atto al Comune di residenza dei conviventi per la trascrizione in un apposito registro.

A fronte dell’ultimo ventennio che ha visto il raddoppio delle separazioni proprio dei matrimoni più longevi, il salentino, conti e penna alla mano, potrebbe voltare le spalle alla tradizione. Del resto lo dice il proverbio: chi prende moglie, compra guai. Meglio un contratto, senza troppe promesse e magari a tempo determinato.

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